Citroen Visa, la sua storia

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Doveva nascere sul pianale della Fiat 127, ma il Generale De Gaulle si oppose alla scalata di Fiat alla Casa del Double Chevron e il progetto sfumò. Storia della Citroen Visa, la popolare utilitaria francese degli anni '80
20 luglio 2018

La Citroen Visa è stata una delle vetture più travagliate della storia della Casa del Double Chevron: fu lanciata nel 1978, ma l'idea di creare una vettura media da collocare tra le ormai obsolete Dyane ed Ami 8 e la GS risaliva alla fine degli anni '60.

I '60 e i '70 furono però anni piuttosto movimentati per la Casa francese: nel 1968 la proprietà apparteneva alla famiglia Michelin, quella dei pneumatici, che guardava all'Italia con interesse. Dopo aver salvato la Maserati realizzando la SM, vendette a Fiat il 49% fondando la joint venture PARDEVI. Con la crisi petrolifera di inizio anni '70 Citroen si rivelò però incapace di offrire prodotti adeguati, risultando assente nella classe media, quella allora più redditizia. Inizialmente la Visa sarebbe dovuta nascere su base Fiat 127, ma il Governo francese guidato dal generale De Gaulle impedì agli Agnelli la scalata che avrebbe potuto salvarla.

Fu così il gruppo torinese che si ritirò dal capitale Citroen, lasciandola navigare in cattive acque finché sempre sotto la spinta di de Gaulle si decise per la fusione con Peugeot. Nel 1975 la Casa di Sochaux acquisì il 38,2%, quota che salì all'89,95% nel 1976. Nacque così la PSA (Peugeot Société Anonyme), denominazione in seguito modificata in PSA Peugeot Citroën e successivamente in Groupe PSA

La prima versione della Visa. Fu lanciata nel 1978
La prima versione della Visa. Fu lanciata nel 1978
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La Visa fu figlia di quegli anni, adottando la piattaforma della Peugeot 104 lanciata due anni prima. Citroen però la disegnò a modo suo (responsabile dello stile fu Robert Opron), adottando degli stilemi molto moderni per l'epoca. A distinguere tra tutte la Visa erano infatti le ruote posteriori parzialmente carenate come sulla DS e successive e calandra e paraurti frontale e posteriore in plastica, soluzione ancora poco comune. Le forme privilegiavano l'abitabilità, grazie all'abitacolo molto sviluppato in altezza.

Sotto un vestito moderno, battevano però motori collaudati da anni: il 1.124 centimetri cubi della Peugeot 104 ed un bicilindrico Citroen da 652 cc evoluzione di quello delle Dyane, 2CV, AMI e Méhari, con nuovi cilindri e pistoni, albero motore su tre supporti di banco ed accensione elettronica integrale. Quest'ultima fu l'innovazione più importante. La potenza di oltre 35 cavalli a 5.250 giri consentiva alla Visa (nome scelto per simboleggiare l’internazionalità della nuova Citroen) di sfiorare i 130 km/h con consumi contenuti ed un discreto brio. 

L'originale plancia della Visa. Da notare il "satellite" che raggruppava i comandi alla sinistra del volante
L'originale plancia della Visa. Da notare il "satellite" che raggruppava i comandi alla sinistra del volante

Il debutto avvenne in ottobre al Salone di Parigi. Al lancio erano disponibili tre versioni: Visa Spécial, allestimento base con il motore da 652 cc; Visa Club, versione intermedia che conservava il motore bicilindrico ma offriva accessori di serie come i retronebbia, il tergicristallo posteriore, l’orologio sulla plancia e migliori finiture; Visa Super, versione “top di gamma” equipaggiata con il 4 cilindri da 1.124 cc e meglio rifinita. 

La Visa fece parlare di sé soprattutto per gli interni molto spaziosi e per soluzioni avveniristiche tipiche dell'epoca e del marchio, tra cui il volante monorazza introdotto con la DS, ma soprattutto per la curiosa plancia in cui spiccava il “satellite” dei comandi secondari, tutti concentrati a portata di mano. Inizialmente l'accoglienza fu piuttosto tiepida, a giudizio della stessa Citroen per stile di esterni e interni un po' troppo “azzardato”.

Fu così che già nel 1981 arrivò il restyling commissionato a Heuliez dopo le dimissioni di Opron. Il maquillage si limitò alle parti in plastica ed il risultato fu molto più equilibrato della prima versione. I risultati per la Visa 2 arrivarono subito: nel 1981 le vendite raddoppiarono rispetto all'anno precedente.

Fu solo col restyling del 1981 che le vendite decollarono
Fu solo col restyling del 1981 che le vendite decollarono

I primi anni '80 segnarono la risalita della china per la sino ad allora poco apprezzata Visa: testimonianze sono le sportive Visa GT e soprattutto la Visa Chrono del 1982 e la Visa Cabriolet del 1983 realizzata da Heuliez con la particolarità di mantenere le portiere posteriori. 

La Visa Chrono da fu una delle versioni più popolari della francese
La Visa Chrono da fu una delle versioni più popolari della francese

Sempre nel 1983 vede la luce la Visa 1000 Pistes, 1.4 litri 4x4 da 112 CV con livrea racing prodotta nei 200 esemplari necessari per l'omologazione della vettura nel Gruppo B la cui potenza era di 145 CV. Nel frattempo la Visa Trophée iniziava a farsi strada nei rally: il risultato più importante fu il quinto posto nel Rally del Portogallo del 1982 ottenuto da Alain Coppier.

Nel 1984 nasceva la Visa van, che assunse la denominazione di Citroen C15, mentre nel 1985 la Visa GTI prese il posto della GT adottando il motore 1.580 cc da 105 CV.

La parabola della Visa coincide con il lancio della sua erede, la Citroen AX, che avviene nel 1986. Poco a poco la gamma si restringe, fino all'uscita di produzione nel 1988.

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