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Il diesel? Non ha futuro. A dirlo è il CEO Citroen Vincent Cobée - brand che appartiene all’ex Gruppo PSA oggi confluito con FCA in Stellantis - ovvero un’azienda che assieme alla “cugina” Peugeot non solo ha creduto nel diesel ma ha creato il “sistema dei sistemi” per neutralizzare le criticità dei motori a gasolio - il FAP - andando a renderne effettivamente pulito ed eco compatibile la presenza sotto al cofano di vetture di tutte le taglie.
Ma il danno da dieselgate è fatto ed oggi, forte la demonizzazione politica e l’incentivazione delle auto ibride, le auto a gasolio stanno conoscendo un veloce declino tanto che a fronte di un 40,5% di immatricolazioni nel nostro Paese nel 2019 il 2020 si è fermato ad appena 22,8.
"Sono fortemente pessimista sui motori diesel - ha dichiarato Cobée - perchè 5 anni fa questi modelli avevano una quota di mercato dell’80%, ora è scesa al 50% e nei prossimi 3-4 anni rischia di crollare al 15%..."
Le case automobilistiche si stanno semplicemente adattando alla ventata di novità portata dal catastrofico evento firmato Volkswagen ed è chiaro che a livello industriale non abbia più senso portare avanti una tipologia di motori che man mano sta generando minor interesse nel consumatore nei segmenti medio bassi andando ad interessare anche quell’alto di gamma in cui il diesel è, di fatto, la miglior opzione.
Una dichiarazione che arriva subito dopo le dichiarazioni di Volvo, Nissan e Hyundai relative all’abbandono dello sviluppo di questi motori con l’arrivo della normativa antinquinamento euro7 e che viaggia di pari passo con l’altro obiettivo della politica, ovvero l’abbandono dei motori termici entro il 2035-2040 da parte dell’intera industria dell’auto.