Citroen C1, Peugeot 107, Toyota Aygo: hanno vent'anni eppure sono attuali; se ci fossero oggi... ecco come vanno

Citroen C1, Peugeot 107, Toyota Aygo: hanno vent'anni eppure sono attuali; se ci fossero oggi... ecco come vanno
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Vent’anni fa Toyota, Peugeot e Citroën presentarono tre famosissime citycar gemelle: Aygo, 107 e C1. La collaborazione storica tra PSA e Toyota ha favorito lo sviluppo di nuove auto economiche e pensate per i cittadini del mondo.
25 marzo 2025

Una collaborazione vincente

Nel 2001, Toyota e PSA si uniscono per creare una citycar accessibile e adatta alle esigenze europee. Tre anni dopo, lo stabilimenti di Kolin, in Repubblica Ceca, era già operativo per sfornare le tre vetture gemelle. Costruite sulla stessa piattaforma, Aygo, 107 e C1 hanno il 90% dei componenti in comune e vengono presentate al Salone di Ginevra del 2005.

Queste citycar, lunghe meno di 3,45 metri, venivano offerte con due motorizzazioni: un 1.0 tre cilindri benzina Toyota da 68 CV e un 1.4 TDI PSA da 55 CV. Il cambio manuale a 5 marce era di serie, ma il motore a benzina poteva essere equipaggiato anche con una trasmissione automatica. Sebbene spartane nell’allestimento, le tre auto erano perfettamente in linea con le esigenze cittadine: compatte, leggere e facili da guidare. Il loro prezzo di lancio, inferiore ai 9.000 euro, le ha rese subito appetibili nel mercato europeo.

Citroën C1
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Un successo immediato

La produzione dello stabilimento di Kolin era clamorosa: 300.000 unità l’anno. Gia nel 2008 venne superato il milione di esemplari prodotti, con la duemilionesima vettura nel 2012: una vera e propria fabbrica sforna macchine, ne facevno 1.500 al giorno.

Toyota Aygo, Peugeot 107 e Citroën C1 si imposero come alternative agili ed economiche a modelli come la Renault Twingo, la Fiat Panda e la Volkswagen Fox, ovviamente tutte in competizione tra di loro. Il successo portò anche qualche imitazione: dal 2008 al 2018, la cinese BYD commercializzò la F0, un clone evidente della Aygo.

Peugeot 107
Peugeot 107

La seconda generazione: più personalità, ma meno successo

Nel 2014, la seconda generazione delle tre citycar venne presentata a Ginevra, con uno stile più distintivo e innovativo. La Citroën C1 adottò fari a due livelli, la Peugeot cambiò nome in 108 e la Toyota Aygo si fece notare per la caratteristica calandra a X. Restavano sotto i 3,48 metri di lunghezza e, abbandonata la motorizzazione diesel, vennero proposte con il 1.0 Toyota da 68 CV e, per Peugeot e Citroën, anche con il 1.2 PureTech da 82 CV. Il prezzo di partenza si aggirava sui 10.000 euro.

Questa seconda generazione però non replicò il successo della prima. La Toyota Aygo vendette circa 662.000 unità, mentre la Peugeot 108 si fermò a 428 mila esemplari e la Citroën C1 a circa 400.000, nettamente inferiori rispetto al 2008. Nel frattempo, il mercato delle citycar era sempre più sotto pressione a causa delle normative ambientali e dell’aumento dei costi di produzione. Con la fine della produzione nel 2021-2022, PSA decise di abbandonare il segmento A.

Toyota Aygo 1a serie
Toyota Aygo 1a serie

L’evoluzione del mercato: dalle citycar ai quadricicli

Mentre Toyota ha proseguito con la Aygo X, trasformandola in un mini-SUV e portandola a 3,70 metri di lunghezza con prezzi stellari a partire da 18.900 euro, PSA (diventata Stellantis) ha preferito puntare su veicoli ancora più piccoli e meno regolamentati, come la Citroën Ami e la Fiat Topolino. Queste microcar elettriche, pensate per i giovani e per un uso prettamente cittadino, hanno prezzi di listino rispettivamente di 7.990 e 9.890 euro.

Il segmento A è sempre più difficile da sostenere per i costruttori europei: Renault e Volkswagen stanno cercando di rientrarvi con modelli elettrici economici, ma la sfida è complessa. Nel frattempo, la storia delle Toyota Aygo, Peugeot 107 e Citroën C1 rimane un perfetto esempio dell’evoluzione delle citycar nel corso degli ultimi vent’anni: da soluzioni economiche e di successo a un segmento in via di estinzione, schiacciato tra normative sempre più stringenti e cambiamenti nelle preferenze degli automobilisti.

Le tre gemelle: Aygo, C1 e 107
Le tre gemelle: Aygo, C1 e 107

Come si guida la Peugeot 107, i pregi e i difetti (anche delle altre)

A vent'anni di distanza dal lancio delle tre piccole "Toyota" (di fatto il progetto complessivo del modello era stato impostato dai giapponesi) la loro guida e le caratteristiche si distinguono per una serie di buone qualità del tutto desiderabili: trascurando le diesel, che erano una minoranza, i benzina consumano poco, fanno fra i 17 e i 18 km/litro a Codice e in questo compensano anche un serbatoio carburante abbastanza piccolo. Da previlegiare per la praticità la versione a 5 porte, più flessibile per accedere ai posti dietro che in effetti non sono così sacrificati come potrebbe sembrare e per spostamenti a breve raggio vanno più che bene. In compenso il bagagliaio è minuscolo e profondo, ma questo ovviamente non è un grave difetto per una citycar. La guida è disinvolta, con uno sterzo non troppo rapido ma sempre leggero, la frizione invece richiede un certo sforzo e non è certo il meglio che quest'auto può dare, diventa rumorosa e si usura precocemente. Il cambio è piuttosto lasco e non accetta di essere manovrato velocemente, ma la rapportatura è ben studiata. Freni con ABS e dischi ventilati davanti da 247 mm garantiscono un buon feeling sul pedale, che ha la corsa lunga ma progressiva. Strumentazione e impianto audio sono sempre stati essenziali (le prime serie non hanno nemmeno il Bluetooth), ma in alcune versioni pregiate come la "107 Superga" è previsto un navigatore AvMap. Il punto dolente della triade è la rumorosità, a causa della poca abbondanza di materiali isolanti, sospensioni rigide che con gli anni diventano anch'esse rumorose e plastiche che scricchiolano. Noti anche i problemi di infiltrazioni d'acqua sul parabrezza e nel portellone posteriore. Sul mercato di seconda mano se ne trovano ancora molte a buon prezzo (non regalate) e con chilometraggi piuttosto alti, a testimonianza della leggendaria qualità del motore Toyota, che non richiede molta manutenzione e il modello nel complesso risponde bene alla filosofia del "quel che non c'è non si rompe". Auto perfetta per i neopatentati per dimensioni e visibilità per approcciarsi al traffico cittadino con poco stress.

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