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Nel 2024 si celebra un anno importante per Citroen. Infatti, nel 1924, la casa automobilistica francese ha aperto la sua primissima filiale nel Bel Paese e, per l'occasione, in questi giorni ha celebrato presso il Dazio Levante la storia di Andrè-Gustave Citroen.
Andrè-Gustave Citroen, fondatore dell'omonima casa automobilistica francese, decise fin da subito di non seguire le orme del padre (aveva un'attività di pietre preziose) e, dopo essersi laureato al politecnico, il francese ebbe l’opportunità di visitare le aziende specializzate in meccanica di precisione. Da quel momento in poi, la vita di Citroen cambiò completamente e, proprio in quella occasione, il francese scoprì un nuovo tipo di ingranaggio con i denti a cuspide, in grado di moltiplicare o ridurre la forza dei macchinari.
Dopo aver comprato il brevetto, Citroen voleva sviluppare e impiegarlo su scala mondiale. Infatti, nel 1902, Citroen aprì la sua prima attività: le Acciaierie Andrè Citroen. Quest'ultime producevano i materiali per l’edilizia ed i cantieri navali oltre a “ruote dentate a doppia elica”, ovvero gli ingranaggi del brevetto polacco.
Sei anni dopo, il brillante Andrè entra nel mondo dell’automobile. Ciò avviene quando accetta la direzione di una celebre azienda automobilistica, quella dei fratelli Mors, specializzata in auto di lusso e da competizione. Nel 1912, nonostante la piccola produzione stesse andando abbastanza bene, Citroen voleva fare qualcosa di più: voleva proporre le sue automobili a un pubblico più vasto, voleva che tutti potessero avere la possibilità di spostarsi a proprio piacimento. Tuttavia, proprio nel 1912, in un viaggio a Detroit, arrivò forse una svolta per il francese, nonostante l’applicazione di ciò che aveva imparato arrivò molto dopo: la possibilità di conoscere Henry Ford e come l’americano avesse inventato la catena di montaggio.
Tuttavia, la guerra (1914-1918) era purtroppo alle porte e, dopo aver dato il suo contributo al Ministero della Difesa Francese (con la produzione di ordigni), solo verso la fine - nel 1919 - Citroen riuscì a mettere in atto ciò che apprese negli Stati Uniti. Inoltre, rispetto alle condizioni degli operai americani (la forza lavoro era concepita come parte della “macchina”), il francese teneva molto ai propri lavoratori: tant'è che gli permetteva di poter cambiare postazione durante le ore lavorative e rendere l'ambiente di lavoro un posto più confortevole. Per capire quanto Citroen fosse avanti (forse molto di più di alcune aziende di oggi), durante la guerra mise a disposizione delle donne che lavoravano in fabbrica (gli uomini erano tutti al fronte) dei luoghi dove potevano partorire, allattare e, per aiutarle con i materiali più pesanti, costruì anche i primi carrelli elettrici per spostare o alzare gli ordigni.
In quegli anni fu anche il primo a creare una rete di concessionari e fu anche il primo a sfruttare la pubblicità per promuovere i propri veicoli. Pensate, tra le campagne che vennero utilizzate, nel 1924 ci fu anche l’idea di mettere sulla Torre Eiffel il nome "Citroen" - l'idea era dell'italiano Fernando Iacopozzi - illuminato con migliaia di lampadine, diventando visibile da gran parte di Parigi: per ben 12 anni, fino al 1937.
Proprio nel 1924, tuttavia, il fondatore dell’omonimo marchio automobilistico, acquista un terreno a Milano in Via Gattamelata e, pensate un po’, quello stabilimento era dall’altrettanto famoso Nicola Romeo, proprietario di Alfa Romeo. Insomma, Citroen ha sempre avuto un certo affetto per l’Italia (l'amava così tanto che ha trovato anche l'amore, sposando il 26 maggio del 1914 l'italiana Giorgina Bingen, figlia di un banchiere di Genova). Soprattutto con un’auto che fece la storia di Citroen negli anni '30, disegnata da un Italiano: Flaminio Bertoni. Che, dopo aver bussato tante porte, l’unico che credette in lui fu Citroen, perchè lui non era solo un designer, ma un vero e proprio artista.
Il 18 aprile 1934, 90 anni fa, venne presentata a Parigi la Traction Avant: una vettura molto innovativa. Era diversa: essendo così bassa, rivoluzionava anche il modo di intendere l’automobile, non c’erano i predellini perchè non si doveva più “salire in vettura” ed era sufficiente accomodarsi a bordo. La Traction Avant era unica, in quanto riuniva in uno stesso modello tutte le soluzioni tecniche più moderne dell'epoca: trazione anteriore, struttura monoscocca, freni idraulici (prima a filo) e sospensioni indipendenti su tutte e quattro le ruote. All'epoca, era considerata la vettura con la migliore tenuta di strada, soprattutto perchè era difficile che si ribaltasse.
Purtroppo, già nel 1934 il francese Citroen accusa di forti dolori allo stomaco e, il 3 luglio del 1935, si spense per un cancro, incurabile soprattutto a quell’epoca. Successivamente, il mondo intero dovette affrontare la seconda guerra mondiale e la casa automobilistica francese non smise mai di progettare. Infatti, addirittura dovette nascondere ai nemici tedeschi un progetto speciale che ancor oggi rimane ben impresso nella nostra mente: la Citroen 2CV.
Il debutto della vettura definitiva avvenne al Salone di Parigi il 6 ottobre del 1948: a questo proposito furono molti gli aneddoti relativi alla presentazione della vettura e, nonostante non fosse molto apprezzata inizialmente dalla stampa, la Citroen 2CV da lì a poco divenne popolare in tutto il mondo.
Insomma, una storia che prosegue con alcune vetture che hanno fatto la storia dell’automobile. Pensiamo alla Citroen DS presentata nel 1955, dotata di sospensioni idropneumatiche autoregolabili, freni a disco anteriori e un sistema di sterzo avanzato. La Citroen Ami, lanciata nel 1961, era una vettura di medie dimensioni che colmava il divario tra la 2CV e la DS. Per poi passare con l'acquisizione di Michelin nel 1968 fino ai giorni nostri, quando la stessa casa automobilistica francese ha iniziato un’altra rivoluzione con la nuova e-C3, la prima elettrica ad essere proposta sotto la soglia dei 25.000 euro.
Insomma, una storia affascinante, incredibile ed emozionante. Una storia che dura ben 100 anni con l’Italia.