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Campagnano - Quelle di Vallelunga sono state davvero due corse incredibili, soprattutto perché non mi sarei mai aspettato che la mia RCZ Cup fosse così competitiva su questa pista. Ed invece, complice anche la mancanza di un paio di avversari tosti, non solo siamo riusciti ad ottenere un buon ottavo posto in gara 1 (poteva essere anche un settimo...) ma siamo riusciti a partire settimi in gara 2, probabilmente la miglior prestazione ottenuta nel CITE dalla coupé del Leone in versione standard. Peccato, purtroppo, per l'esito di gara 2.
Ce la possiamo giocare
Ma andiamo con ordine e partiamo da gara 1, che parte subito discretamente bene visto che per alcuni giri non solo riesco a contenere gli attacchi del collega Lorenzo Baroni che gira sulla RCZ R Cup evoluta (più potenza, meno peso, assetto e freni top) ma riesco anche a tenere il passo che mi ero prefissato in fase di briefing con l'ingegnere, ovvero un 1'53" dopo un inizio a 1'52" con gomma fresca. Un passo che, considerato il tempo supplementare che alcuni avversari (tra cui le due BMW della famiglia Zanin) avrebbero dovuto tenere al cambio pilota per questioni di classifica, ci avrebbe permesso di giocarci un piazzamento a metà classifica.
Un misto di follia condito ad un perfetto calcolo matematico perché per portare a metà classifica un'auto con almeno 30 CV meno delle altre servono conti giusti, grande costanza ed un pizzico di fortuna. Ovvero bisogna stare lontano dai guai, cercando però di non regalare nulla a nessuno.
Al quarto giro, con la Seat Leon Supercopa di Chini nel mirino, lascio strada alla RCZ ed io ne approfitto per entrare in scia e farmi tirare un po': Baroni, dopo un po' di apprendistato, riesce a sfruttare meglio il potenziale della sua "giottina" ufficiale ed inizia a martellare un passo di circa mezzo secondo al giro più veloce del mio. Ne approfitto per farmi tirare - avere un riferimento leggermente più veloce aiuta - ed in un battibaleno ci rifacciamo sotto alla Seat di Chini, che ha più di 300 CV ma purtroppo mentre cerco di tenere il passo la BMW 320i di Fumagalli pensa bene di rovinarmi la festa...ingaggiando una bagarre all'ultimo sorpasso.
Il feeling con la RCZ è al massimo
La tedesca suona da Dio, bisogna ammetterlo, ed è un gusto sentirla ronzare attorno alla RCZ e mi passa di motore sul rettifilo che porta alla Campagnano. Cerco però di sfruttare i punti di forza della mia RCZ per rifarmi sotto nel guidato ed in un incrocio di traiettorie riesco a rimettermi dietro la berlina di Monaco. Dura poco, però, perché sul rettifilo che porta al curvone vengo nuovamente sverniciato: non mi perdo d'animo e cerco l'attacco ai Cimini all'esterno. E' un po' folle, lo so, ma il feeling con questa macchina ormai è alto e me la sento. Esco a velocità cosmica dal curvone prendo la scia mi lancio all'esterno e provo l'attacco. Purtroppo stacco un paio di metri in ritardo ed arrivo lungo quel tanto che basta per non chiudere correttamente la prima a destra. Sono ancora dietro alla BMW ce l'ho ancora nel mirino ma nel rettifilo che porta alla Campagnano la perdo definitivamente. Bella bagarre ma è ora di tornare sulla terra, tirare fuori i remi e... remare.
“Esco a velocità cosmica dal curvone prendo la scia mi lancio all'esterno e provo l'attacco”
Nel frattempo le Avon, che non sono certo un bijoux in termini di prestazione e costanza, salutano la mia giottina ed inizio a lottare col sottosterzo. Sono molto preoccupato per il mio team-mate Riccardo Ponzio (17 anni) perché la vettura scivola parecchio e spero possa continuare a fare passo. Al 24esimo minuto Mattia - il mio capomeccanico - mi richiama ai box per il cambio. Esco al volo, entra Riccardo e parte come un razzo. E' carico e questo mi piace, spero sono che non faccia errori. Ricky gira bene, ha un passo molto simile al mio e questo mi rincuora perché questo significa che i nostri calcoli possono anche trasformarsi in realtà: vero le BMW ex-WTCC del duo veneto girano mediamente 3 secondi più veloci di Riccardo ma il vantaggio è tale che c'è spazio per conservare la settima posizione in cui ci ritroviamo.
Riccardo, 17 anni porta la macchina al traguardo
Di una cosa, però, non avevamo tenuto conto nei nostri calcoli: i doppiaggi. Riccardo è bravo, sicuro ma non ha esperienza in tal senso e quando si ritrova a farsi doppiare da Tresoldi, Zangari e Busnelli lascia al cronometro circa due secondi a doppiaggio. Ovvero quelli che ci avrebbero permesso di arrivare in volata all'ultima curva con i Zanin. Ed infatti purtroppo è così. Prima Filippo e poi il papà Massimo infilano Riccardo all'ultimo giro e da settimi passiamo noni. Poche curve prima dell'arrivo, però, Zanin padre rompe un semiasse regalandoci una posizione. Siamo ottavi, e dietro di noi abbiamo ben cinque macchine di categoria ben superiore alla nostra oltre alla RCZ ufficiale che, nel frattempo, siamo riusciti a superare visto il passo "conservativo" del collega Lopes.
E' una grande festa, vedo Riccardo, la sua famiglia ed i suoi amici tutti felici. Anche il team è davvero molto soddisfato del lavoro ed anch'io lo sono perché vedere la mia RCZ Cup griffata Città della Speranza difendersi così bene nella tana delle "vecchie volpi" è davvero una cosa che dà grande soddisfazione. Adesso dobbiamo lavorare su gara 2. Lì sarà difficile perché Riccardo, sfruttando alcuni problemi tecnici dei nostri avversari, è riuscito con la sua buona qualifica a strappare una settima posizione in griglia. Mai una RCZ Cup standard era partita così avanti nel CITE e la cosa, per quanto possa sembrare positiva, vi assicuro che non lo è...
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