CIR 2018-1. Targa Florio. Andreucci: “Sì, dieci. E allora?

CIR 2018-1. Targa Florio. Andreucci: “Sì, dieci. E allora?
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Targa Florio numero 102. Tradizione, fama e passione così forti da resistere all’erosione del tempo e dell’incuria. Peugeot Sport Italia e la 208 T16, Paolo Andreucci e Anna Andreussi all’assalto della seconda stelletta. Ma attenti, non è un Rally facile!
4 maggio 2018

Termini Imerese, 3 Maggio. “Continuate la mia opera perché l’ho creata per sfidare il tempo!” E infatti Vincenzo Florio l’aveva creata a prova di futuro. Ecco perché c’è qualcosa di nuovo, oggi, anzi d’antico, nell’aria e nella Targa Florio. La Corsa più antica del Mondo resta tale, ancorata a una tradizione e alla radice culturale che resiste all’erosione del tempo e degli agenti “atmosferici”, alle sollecitazioni rugginose dell’indifferenza, alle strane idee dell’incompetenza e alla trascuratezza. Dovrebbe essere il fiore all’occhiello della tradizione sportiva italiana, la perla dell’affascinante, signorile “guerra” dei Motori che essa stessa ha inaugurato, e invece vivacchia, sopravvive in attesa di qualcosa che non arriva evocando, anno dopo anno, la sua anima più forte.

Dovrebbe essere il fiore all’occhiello della tradizione sportiva italiana, la perla dell’affascinante, signorile “guerra” dei Motori

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È, dunque, talmente bella la sua Storia, così affascinante il contesto tramandato su quegli asfalti preziosamente… rovinati, così teatrale e maestosa sullo sfondo della Regina del Mediterraneo con i suoi scenari aspri ed emozionanti, che è ancora lì, in attesa di un colpo di maestro che ne rilanci lo spessore dimenticato in una vera forma di rispetto per il lavoro e il genio di Vincenzo Florio. Per questo è, nonostante tutto, Targa Florio, e per questo parteciparvi, assistere ai suoi numeri impossibili, cercare di vincerla una, dieci, magari undici volte, è un richiamo irresistibile, il richiamo della passione che muove tutto questo e di più.

Paolo Andreucci mette in guardia.

Paolo Andreucci. “Il Rally è diverso, è stato cambiato, conserva delle sue edizioni mitiche solo una piccola parte del disegno, è il Rally a cui si deve prestare la massima attenzione. Le strade sono viscide, l’asfalto sconnesso e a tratti “tagliente”, questo genere di sconnesso è un po’ una delle caratteristiche salienti del Rally, e il giro disegnato quest’anno, cinquanta chilometri, può mettere in crisi le gomme. Nulla di trascendentale, ma bisogna fare attenzione, non sottovalutare una sola piccola parte dell’impegno. E non sottovalutare la forza dei Siciliani. Piloti e Pubblico”.

In effetti i cambiamenti sono molti, ci si discosta ancora di più dalla Storia

PA. “Non è la “classica” Targa. Il percorso è stato cambiato. Non ci sono più alcune Prove Speciali, appunto, “classiche”. Non c’è la Prova Targa, non c’è la Caltavuturo, non c’è la Collesano, non c’è la Lascari. Per fortuna hanno rimesso dentro la Scillato, che è una bella prova storica, famosa, però facendoci fare un tratto diverso rispetto al passato, che arriva a Polizzi. Resta un po’ la sostanza: tantissime curve, cambiamenti di terreno e di fondo, sconnessioni, e come dicevamo prima, asfalti diversi, come il Salento asfalti leggermente diversi, atipici rispetto agli altri del Campionato.”

Un mucchio di “nemici”, anche…

PA. “Gli avversari? Sempre i soliti, ma al Targa non basta dire così. Bisogna ricordare, e ci pensano loro a tenerci allenata la memoria, che ci sono i “soliti” ma anche i Piloti siciliani. I Piloti locali conoscono meglio degli altri queste strade, questo è logico, ma ci mettono anche un carico d’orgoglio e di giusta ambizione. Ci tengono moltissimo al loro Targa in mezzo alla loro Gente, e ce la mettono tutta per onorare il l’Evento, l’Isola, la passione degli Appassionati. Tutto con la maiuscola, Piero, mi raccomando! Beh, io queste strade, nuove o vecchie che siano, un po’ le conosco, chiaramente. Bene le vecchie e meno bene quelle nuove, ma siamo andati conoscerle subito, a presentarci, Anna ed io. Per certi versi siamo di qui anche noi, ci sentiamo a casa, e al pari dei Piloti siciliani al Targa ci teniamo molto a fare bella figura. A vincere, certo, ma qui fare bella figura è leggermente diverso, è impegnarsi per questo Pubblico esagerato. Insomma, dicevamo, dai siciliani ci si deve aspettare sempre qualcosa di buono, di eccezionale. Non ci si dovrà sorprendere, quindi, se gli Equipaggi siciliani entreranno nelle zone alte della classifica, se diventeranno protagonisti, se lotteranno tra di loro e finiranno per combattere la loro battaglia molto vicini alla testa della Corsa, al primato. Per cui, attenzione ai Nucita, ai Pollara, ai Toto Riolo, certo.”

È cambiata la base logistica, il quartiere generale. Tutto a Termini Imerese. Cambiata anche la prova inaugurale, il test spettacolo. Ti piace?

PA. “Sì, c’è sempre la prova spettacolo. Certo. Ormai è una prassi organizzativa del CIR. Dal mio punto di vista non le vedo certo come prove entusiasmanti, ma sono diventate obbligatorie. Vediamo dunque come sarà questa, vicino al mare. A me sarebbe piaciuto di più rifare la Collesano, che era dentro il Paese, tra la gente. Mi era piaciuta l’idea e l’atmosfera create da quella Prova, ma vediamo cosa viene fuori da questa prova su piazzale. Ripeto, non mi entusiasma, non mi piace vedere il Rally ridotto alle “piazzalate”, però il percorso generale è bello, la Gara è bellissima, e c’è una Storia che nessun’altra Gara ha come questa, per cui, ecco, in Sicilia si viene sempre molto volentieri.”

In sintesi?

PA. “Dal punto di vista tecnico il Targa può essere “summarized” ricordando gli asfalti sconnessi e abbastanza viscidi. Gli assetti, quindi, non saranno del tipo Sanremo, per intenderci, ma più vicini a quelli del Ciocco. Il Targa è anche un discreto rebus per la scelta delle gomme, che devono durare per tutto il lungo giro “contro” questi asfalti e con temperature che possono salire notevolmente. Sembra, infatti, che il meteo si sia rimesso un po’, e che probabilmente non pioverà durante la Gara. Una buona notizia per gli Appassionati, che mi aspetto a vagonate come sempre in Sicilia.”

Hai già vinto dieci volte, oltre ai Titoli, anche il Targa Florio. Sei il recordman della Corsa. Non ti basta mai?

PA. “Non è questione che mi basti oppure no. Intanto se corro è giusto che mi piaccia pensare di continuare a vincere, e in Sicilia il sapore è indubbiamente particolare. La cosa più importante, quella che fa la vera differenza, tuttavia, è che il Targa è un Rally molto esigente a causa dei suoi appassionati. Sono loro che ti trascinano a dare il meglio, che ti sollecitano a fare di più. Con una passione così forte a sospingerti, diventa “inevitabile” cercare di vincere. Naturalmente c’è lo stimolo della registrazione dei record che non si deve fermare, c’è la passione di Peugeot che continua a spingere forte, c’è la 208 T16 che spinge fortissimo. Un altro elemento fondamentale: se la Macchina va forte, mi diverto, e se mi diverto cerco di non privarmi del piacere di vincere.

 

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