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Verona, 13 Ottobre 2017. Vediamo. Andreucci: 84,5 punti, Campedelli, 76. Scandola 71. Sì, sono punti CIRenheith, non gradi Fahrenheit, precisi alla virgola. Nessuno scarto in più, tutti già giocati (mi pare, perché con le temperature… i punteggi del CIR non si può mai essere sicuri, né scherzare). Cinque giornate di gara, o tappe, o mezze gare vinte da Paolo, 4 da Simone, 3 da Umberto. Anche qui c’è una scala di valori, ma non è temperatura e serve comunque a poco. Andreucci ha vinto Sanremo e Salento, Campedelli Ciocco e Roma, Scandola Adriatico e San Marino. Conta solo marginalmente per il “bonus” della “tradizione”, leggero vantaggio Andreucci. Niente da fare, la partita è aperta e, grazie alla matematica della fantasia, si arriva all’ultima prova del Campionato con tre cavalli sulla dirittura di arrivo. Uno, il Purosangue Toscano, è avanti di un’incollatura, gli altri due, puledri scalpitanti dell’oltre Appennino, inseguono e non demordono, frustati e frustrati da nove Titoli e un’era di attesa, dalla prima Parigi-Rouen del 1894 vinta da Peugeot con Andreucci… no scherzo, ma dall’inizio del corrente secolo sì, il bestianera è lui.
A scanso di equivoci chi vince si porta a casa tutto. Parliamo del CIR, Campionato Italiano Rally, che dopo sette gare, Targa Florio fuori dai conti, si chiude con il 2 Valli di Verona, home of Scandola, e non del FieraCavalli, rassegna che nella città scaligera è famosa come il balcone di Giulietta, Vinitaly o Verona Legend.
Tre Piloti (e i rispettivi Navigatori) in corsa per un Titolo Nazionale, il più importante della disciplina del Belpaese, e il CIR diventa appuntamento di eccezionale richiamo
Tre Piloti (e i rispettivi Navigatori) in corsa per un Titolo Nazionale, il più importante della disciplina del Belpaese, e il CIR diventa appuntamento di eccezionale richiamo, tanto è vero che l’avveduto Umberto Tozzi, star del muto che aveva un concerto all’Arena a settembre, si è dato malato e l’ha fatto spostare in mezzo ai… CIR, il sabato. Sarà ospite dell’hospitality di… privacy, non possiamo svelarlo.
Paolo Andreucci lo troviamo a Castelnuovo di Garfagnana il giorno prima di partire per la spianata del 2Valli. Sta facendo colazione, solito cofano di aglio e olio alle sette di mattina, e non è affatto “tirato”, preoccupato. Anna esce dalla cucina con una crostata fumante e profumata di frutti di bosco, sorridente come sempre, rassicurante. Le domande escono spontanee, inevitabili, e le risposte sono rilassate. In Toscana non ci si deve preoccupare a bocca piena.
Un sorso di caffè. Paolo, il momento cruciale si avvicina, come ti senti?
Paolo Andreucci. “Sono tutti momenti cruciali. Nelle corse non è che si va a passeggio per la maggior parte del tempo e poi, un giorno, ci si sveglia per risolvere una pratica, una sfida o una battaglia decisiva. La tensione del Pilota è costante su tutto l’arco del Campionato, della Gara, della carriera, direi. Poi ci sono momenti che sono decisivi per un risultato globale, naturale, e questo è senz’altro uno di quelli, ma passano sempre attraverso una serie ininterrotta di momenti cruciali. Ogni curva lo è, se vuoi fare la differenza. È anche questo il bello di Correre.”
Sì, ma il Rally di Verona?
PA. “È insidioso. Lo definirei così per una serie di ragioni “storiche”. È infatti una Corsa con alcune caratteristiche precise che bisogna imparare a rispettare. È difficile, insidiosa, insomma quello che ci vuole quando uno si deve giocare il Campionato!”
Più nel dettaglio?
PA. “Non è un Rally che ci vada particolarmente a genio, non uno dei nostri preferiti, per intenderci. Molte curve, a volte moltissime, a volte molto strette, ritmo difficile da prendere e mantenere. Non il massimo per noi. Poi il fondo. Alcune strade sono buone, altre meno, altre affatto, sembrano abbandonate con un fondo pietoso, ma…”
Ma?
PA. “Ma è un Rally difficile che ci vede alla partenza con una Macchina competitiva e con una posizione che è sempre di vantaggio. Siamo in testa al Campionato e la Peugeot 208 T16 è andata sempre molto bene, abbiamo le gomme giuste e una preparazione adeguata alla delicatezza della circostanza.”
Un ginepraio di punti, mezzi e quarti di punto, calcoli infiniti che nessuno sarà in grado di capire fino all’ultima prova speciale del Rally, a meno che non siano carriolate di punti da buttare per problemi grossi, allora macroscopicamente evidenti
E dov’è, allora, il problema?
PA. “Il Problema, sempre parlando a stomaco pieno, è che i nostri avversari sono cresciuti, sia tecnicamente che agonisticamente, e sono chiaramente intenzionati, che dico, obbligati, a darci del filo da torcere. Poche strategie, un finale sul filo di lana e senza particolari varianti tattiche”.
Più punti da conquistare o da non perdere?
PA. “Prima di tutto un ginepraio di punti, mezzi e quarti di punto, calcoli infiniti che nessuno sarà in grado di capire fino all’ultima prova speciale del Rally, a meno che non siano carriolate di punti da buttare per problemi grossi, allora macroscopicamente evidenti.”
Rally snervante?
PA. “No, ma sicuramente da seguire e Pilotare prova dopo prova, con la massima attenzione, la solita totale concentrazione.”
Ti preoccupano gli avversari?
PA. “Non si tratta di essere preoccupati, quando si parla di avversari. Li rispetto, sono bravi, è evidente che siamo in una situazione che ci mette a confronto tutti e tre molto da vicino, e dalla ruota di questo Rally deve uscire un nome soltanto dei tre. Se devo parlare di preoccupazione, penso alle strade più disastrate, quelle più difficili da mandare a memoria buca dopo buca, taglio dopo dosso, sporco dopo viscido.”
Tutti contro di te?
PA. “Questo è un po’ un leit motiv da diverso tempo. Preferisco, nella particolare circostanza, invertire le parti. Io direi piuttosto “Andreucci contro tutti”!
In bocca al Lupo.
PA. “Crepi il lupo!”
Saluta, sale sulla sua 208 T16 “stradale” insieme a Anna, e si incammina.