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Un Rally su terra in una bella Terra, e un’isola di sole nell’oceano di maltempo che impera e usurpa oltre i legittimi confini stagionali. Dal balcone delle Marche si gode di un panorama mozzafiato su metà della regione, e l’antico borgo di Cingoli, che “ragionevolmente” si auto definisce uno dei più belli d’Italia, accoglie la terza prova dell’Italiano Rally regalando agli appassionati un’autentica festa dei motori e dell’agonismo.
La magia dello sterrato
La terra… è terra, e per i palati fini di una delle più spettacolari discipline del motorismo, un Rally su terra è semplicemente magico. Per i Piloti diventa la ragione e il frangente adatto per esprimere una sensibilità particolare, per far scorrere le macchine da corsa sull’incerta superficie, che cambia ad ogni passaggio, e andare alla ricerca della massima redditività spesso sfiorando il limite di confine e di indulgenza dell’errore. Sensibilità appagante anche per gli spettatori, che “imparano” dalla polvere che si avvicina la dinamica dei passaggi, prima ancora del materializzarsi della vettura alla curva che è diventata la loro poltrona al teatro del Rally. Non so voi, ma a me il Rally su terra fa venire i brividi.
Così, al termine di un’intensa giornata di terra, polvere, prove speciali ad un tempo veloci e tecniche, delicate e suggestive, di incredibili e incalzanti colpi di scena, ma soprattutto di mirabile bravura, dal balcone di Cingoli si affaccia Umberto Scandola, che insieme al navigatore Guido d’Amore risponde con un sorriso soddisfatto al pubblico di intenditori che lo acclama vincitore della ventesima edizione del Rally Adriatico.
Un successo firmato Skoda
Sulla vetta del Monte Circe, e del Rally, l’Ufficiale Skoda Motorsport Italia è arrivato al termine di una campagna impostata inizialmente sulla più antica e “sbrigativa” delle formule tattiche, quella dell’attacco diretto, e quindi sull’assennata amministrazione del vantaggio acquisito. Alla fine del Prologo-Spettacolo di Osimo, una prova nella quale non esiste un imperativo strategico e che pesca dal serbatoio di adrenalina l’imposizione di una forza superiore, Scandola aveva preso il volo. Ma pensare che il Pilota veronese avrebbe continuato a incalzare sulla carica emotiva della sera precedente, si è dimostrato un errore.
Scandola e D’Amore hanno invece lanciato la loro Fabia S2000 in una gara magnificamente intelligente, che porta l’equipaggio a concludere felicemente la trilogia della tappe di adattamento al ruolo di favorito della vigilia. Terzo al Ciocco, secondo al MilleMiglia e, finalmente, il successo pieno di Cingoli. Una vittoria che il “Pacificatore” dedica anche agli scettici, e che vale doppio perché nelle Marche la battuta d’arresto è toccata, tra gli altri, ai vincitori delle prove di apertura del CIR, Giandomenico Basso e Alessandro Perico.
Tre gare e tre diversi vincitori: è il CIR 2013
Così i tre Rally del CIR sin qui disputati archiviano tre diversi vincitori, un dato che salta all’occhio e che, se da un lato approfondisce la tesi della varietà di temi del Campionato, dall’altro fa propria e generalizza l’incertezza dei singoli Piloti alle prese con il malanno del momento, la crisi. Che correre in perfetto equilibrio tra audacia e circospezione fosse l’arma vincente è dimostrato anche dai numerosi colpi di scena, che hanno tolto di gara quasi un terzo dei partenti. Oltre ai già citati Perico e Basso, anche Rudy Michelini e Giacomo Cunial, Alessandro Bosca e Rudy Michelini. Altrettanto dimostrabile è il fatto che sulla terra dell’Adriatico un ruolo determinante lo ha giocato l’esperienza. Nella fattispecie quella degli specialisti e dei “senatori”. Tra i primi è assolutamente il caso di citare il Campione in Carica del Trofeo Terra, Mauro Trentin.
“Scandola e D’Amore hanno lanciato la loro Fabia S2000 in una gara magnificamente intelligente, che porta l’equipaggio a concludere felicemente la trilogia della tappe di adattamento al ruolo di favorito della vigilia”
I co-protagonisti
Alla guida di una 207 S2000 dei “Lions” e secondo assoluto con ben cinque vittorie nelle nove PS disputate, l’asso di Conegliano Veneto è arrivato “lungo” e si è “girato” su una curva della seconda PS, lasciando sulla terra di Cingoli quei trenta secondi che sono il prezzo virtuale di una vittoria mancata. Un problema al cambio della Mitsubishi Lancer R4 è stato, invece, il motivo del rallentamento di Renato Travaglia, vincitore delle prime due Prove Speciali e a lungo in bagarre con Scandola per il primato. Travaglia ha dovuto così cedere anche il terzo posto al volitivo e talentuoso Stefano Albertini, altro sfortunato protagonista del MilleMiglia, ma “porta a casa” almeno la prima giornata del Trofeo Terra.
Fuori dai dieci il Campione in carica del CIR e vincitore dell’edizione 2012 del Rally Adriatico, Paolo Andreucci. Il toscano, 11° assoluto insieme alla compagna Anna Andreussi, pur contento della performance della 208 R2 al debutto sulla terra aveva confidato in anticipo che, viste e ben conosciute le caratteristiche dei terreni dell’Adriatico, le sue chances erano legate ad un’eventuale ”alleanza” con il maltempo.
Nell’anno di gestazione della futura 208 R5, l’ufficiale Peugeot si distrae continuando a perseguire un esemplare record personale, e festeggia con la sua Squadra e quasi in privato il giro di boa dei 50 Rally portati a termine, straordinario indice di affidabilità e di continuità di rendimento. Ma non basta, perché al termine dell’Adriatico salta fuori che, nel suo anno “sabbatico”, Andreucci occupa il terzo posto assoluto della graduatoria provvisoria Conduttori del CIR, alle spalle di Scandola, ora primo con 37 punti, e di Perico che mantiene i 27 punti e scende al secondo posto. Salutati un grande Rally, la magnifica gente e la stupenda campagna marchigiana, il CIR si avvia ora verso il Costa Smeralda, quarta prova del Campionato e seconda della trilogia della terra, in programma il 23 giugno in straordinaria concomitanza Mondiale.