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Tesla: sempre sotto i riflettori per il suo essere "diversamente" al centro della scena automotive, e non sempre con soddisfazione di investitori e proprietari; specialmente negli ultimi mesi le notizie sui prodotti, sui servizi e sui dati societari sono state una collezione di alti e bassi, condite con risultati fine anno che però hanno del clamoroso con 1.313.000 auto immatricolate, e questo prima dell'eccezionale ribasso dei prezzi di cui parleremo fra poco.
L'idea geniale che ebbe Musk al momento del lancio delle prime elettriche - creare una rete per la ricarica addirittura gratis - ha permesso a Tesla di creare il network più grande del mondo, di gran lunga più sviluppato di altri, che ancor oggi "rincorrono" senza riuscirci l'Energy Company americana. Grande privilegio che, più ancora che le prestazioni, ha determinato il successo di vendite. Da quanto però il network ha iniziato ad aprirsi anche ai "non Tesla" (ultimo in ordine di tempo l'Australia) qualche voce di protesta si è alzata; il timore è che, con la diffusione di molti altri modelli, gli stalli possano risultare occupati molto più di frequente. In Norvegia due terzi del network è aperto a tutti e anche in Italia ci sono punti di ricarica open, benché le tariffe non siano le più convenienti, ma la capillarità e l'efficienza dei Supercharger invoglia molte persone.
Il più grande black friday della storia per le auto è stato il 13 gennaio 2023: quel giorno Tesla ha tagliato i prezzi. Ma dire "tagliato" non rende l'idea, Tesla ha "ammazzato" la concorrenza con un ribasso che è arrivato a 12.500 euro per un modello che alcuni clienti avevano pagato 53.000 euro, e non è difficile immaginare lo scontento generale. In Cina si sono verificati anche degli assembramenti davanti alle sedi di Tesla e sono state promosse della class action per ottenere rimborsi, anche perché il mega-ribasso è arrivato dopo altri due tagli ai prezzi facendo scendere il costo totale in media del 24%.
Sul mercato di seconda mano le Tesla hanno sempre brillato ma anche oscillato con forza: comunque chi ne aveva una da vendere (non molte in Italia, ma nel Nord Europa ce ne sono moltissime di più) poteva stare abbastanza certo che anche dopo due o tre anni il valore residuo sarebbe rimasto più alto della media. In parte è una caratteristica delle elettriche, per via della bassissima spesa per la manutenzione. Con il mega ribasso del 13 gennaio, però, le cose sono cambiate. In realtà la Casa non è nuova a spostamenti verso il basso dei listini, ma non certo del 25% alla volta. Negli USA è stata calcolata una perdita di valore medio del 18%, acuita anche dal fatto che i tempi di consegna degli esemplari nuovi sono tra i più brevi in assoluto.
Le aspettative sui lancio di nuovi modelli Tesla - con particolare enfasi sulla famosa 25.000$ Tesla sono state più volte mortificate. L'attesissimo Cybertruck (annunciato nel 2019) ha subito nuovi rinvii fino al 2024 anche se la fabbrica di Austin è entrata nella fase di pre-produzione. Insomma, tra il dire e il fare... l'unico prodotto che sta seguendo (più o meno) la tabella di marcia- tendendo conto della pandemia che ha visto la chiusura di alcuni siti produttivi - è il Tesla Semi, che nelle scorse settimane è stato consegnato in vari esemplari alla PepsiCo - FritoLay. Senza contare il fatto che la Model S e la Model X cominciano a sentire un po' il peso degli anni.
Tutte le auto hanno dei difetti, sia chiaro, ma la marcia indietro di Tesla sul volante yoke (quello che somiglia al volantino di una F1) sconcerta un po'. La nuova forma, che andrebbe benissimo se il rapporto di sterzo fosse come quello di un'auto da pista e non ci fossero da fare le manovre, si è rivelato poco pratico ed è stato criticato in massa, tanto che la Casa - che voleva metterlo di serie su tutti gli esemplari - ha deciso che sarà optional. La nostra esperienza di guida a lungo raggio ci dice che finché si fa autostrada è quasi ok, anzi, la sagoma del semivolante aiuta a tenere le mani al posto giusto e libera la visuale sulla strumentazione, ma appena la strada si fa tortuosa crea dei problemi. Tra l'altro sembra che i volanti normali abbiano avuto anche qualche difetto di fissaggio: recente il caso di un cliente a cui si è staccato in autostrada pochi giorni dopo il ritiro proprio al momento del ritiro e si sia visto richiedere 103 euro per rimetterlo a posto.
@elonmusk @TeslaOwnersWW @BLKMDL3 Family was excited to receive Tesla Y delivery on 1/24/2023. Was driving on highway and all the sudden steering wheel fall off, was lucky enough there was no car behind and I was able to pull on devider #SafetyFirst #Fixit #TeslaModelY #help pic.twitter.com/4UMokFA2cv
— Prerak (@preneh24) January 30, 2023
Le azioni Tesla hanno fruttato molti guadagni ai compratori in passato, ma nell'ultimo anno c'è che si è pentito di non aver venduto prima (ma il proverbio della Borsa non è forse "vendi e pentiti"?), e qualcuno si è rovinato sul serio, tant'è vero che la SEC (l'organo di controllo della Borsa USA) sta indagando lo stesso Musk per alcuni suoi atti che avrebbero influenzato il titolo. Tesla ha un andamento abbastanza diverso dalle altre major automobilistiche, che sono più stabili anche se garantiscono guadagni inferiori. Nel 2022 il livello più alto è arrivato a 400 dollari (gennaio) per scendere verso fine anno addirittura ai minimi di 108 dollari. Ma c'è una buona notizia: nelle ultime settimane, in seguito ai forti tagli di prezzo sul listino, c'è stata una risalita molto rapida.