Cinque cose che nel 2023 vanno in pensione (o ci andranno presto)

Cinque cose che nel 2023 vanno in pensione (o ci andranno presto)
Pubblicità
Più si va avanti e più tutto si semplifica, dunque inizieremo a salutare molti strumenti e dotazioni che finora non sono (quasi) mai mancati. Ad esempio la Radio "AM"... E anche i concessionari
29 dicembre 2022

L'evoluzione tecnologica porta novità sempre più sofisticate, e nel frattempo i sistemi più antiquati vengono sospesi. Tanto per farvi un esempio fuori dal tema auto, pensate ai floppy-disk o alle cartucce per videogiochi soppiantati dai CD, poi dai DVD, poi ancora dai Blu-Ray e oggi messi parzialmente in ombra dai sistemi di streaming online.

In tema automobilistico accade lo stesso, e mi ricollego alla scomparsa dei lettori CD all'interno delle auto già da qualche anno ormai, insieme agli ingressi "Jack" sostituiti dalle prese USB e più di recente dai software di comunicazione wireless fra i dispositivi. Ebbene, nel corso del 2023 - o poco oltre - potremmo già iniziare a dover salutare altre tecnologie a cui tutti siamo abituati, ma che iniziamo già a non usare più. Ecco i cinque strumenti - e non solo - che andranno presto in pensione.

Sistema "V-16"
Sistema "V-16"
Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Triangolo segnalatorio

Ebbene sì, dopo molti anni potremmo essere a una svolta per il famoso triangolo segnalatorio che va apposto sulla carreggiata del veicolo fermo almeno 50 metri prima del pericolo in questione. Questo perché verrà potenzialmente rimpiazzato in tutta Europa dal "V-16": un nuovo sistema a luce arancione lampeggiante ad elevatissima visibilità che si dovrà montare sulla parte più alta del proprio veicolo, senza dover nemmeno scendere da esso.

Ad introdurlo è il Governo spagnolo, a fronte di un troppo grande numero di vittime stradali causate proprio dal dover scendere per posizionare o recuperare il triangolo segnalatorio sulla carreggiata. Con questo sistema invece si può segnalare la propria presenza stando seduti in auto, al sicuro e con la cintura allacciata, e nel frattempo viene inviato un segnale GPS ogni 100 secondi al controllo del traffico per poter segnalare con anticipo agli utenti la posizione del pericolo. 

La Spagna l'ha introdotto nel luglio 2021 ma continua a poter essere utilizzato il tradizionale triangolo. L'obbligo di legge come strumento unico arriverà nel 2026, momento in cui il triangolino non verrà più considerato un'alternativa legale. Considerando la politica di "omologazione e allineamento" dell'Unione Europea in questi aspetti, e visto l'incremento in termini di sicurezza che questo sistema può offrire, probabilmente verrà presto esteso anche a tutti i Paesi membri dell'UE.

Cavi per il telefono

Man mano che andiamo avanti è sempre più frequente vedere i sistemi Apple CarPlay e Android Auto capaci di funzionare senza cavo, spesso e volentieri insieme alla possibilità di caricare il proprio smartphone tramite piastra a induzione sulla plancia.

Questo andrà a rendere sempre più rari i cavetti in auto, nati negli Anni 2000 con i grandi trasformatori adattabili alle prese da 12V dell'accendisigari e spesso dotati di cavi a molla tipicamente da cornetta del telefono, e oggi divenuti gli stessi cavi che colleghiamo alle prese di casa grazie all'USB.

Naturalmente non spariranno le prese di corrente in auto, già solo perché i costruttori stanno ora iniziando a convertirsi da USB standard a USB-C, e anche perché non tutti gli strumenti che colleghiamo in macchina sono telefoni o comunque dispositivi che possono caricarsi a induzione. Statisticamente parlando però gli smartphone sono gli oggetti più spesso collegati in auto, e dunque assisteremo a un continuo calo della necessità di avere cavi volanti in auto.

Radio AM

Chi è nato tra gli Anni '80 e gli Anni '90 probabilmente sa dell'esistenza della Radio AM, senza che abbia mai avuto realmente bisogno di utilizzarla. Questo perché dagli Anni '50 le trasmissioni radiofoniche iniziarono a convertirsi da AM (Amplitude Modulation, ovvero modulazione d'ampiezza) alle più funzionali FM (Frequency Modulation, cioè modulazione di frequenza).

La differenza tra i due sistemi consiste nell'AM che sfrutta la stessa lunghezza d'onda variando l'ampiezza per trasmettere il segnale portante, mentre l'FM mantiene inalterata l'ampiezza e modifica la frequenza. Quest'ultima tipologia richiede sistemi di invio e di ricezione più complessi, motivo per cui agli albori si preferì usare le AM, ma permette un minor dispendio energetico e offre una qualità audio decisamente superiore

Oggigiorno anche le radio FM iniziano a perdere notorietà, da un lato con l'avvento del sistema radio digitale DAB e DAB+ (Digital Audio Broadcast), e dall'altro per la sempre maggior integrazione in auto di sistemi Bluetooth e/o mirroring capaci di riprodurre audio on demand con i servizi di streaming. Da settembre 2022 in poi, la RAI ha cessato le trasmissioni in modulazione di ampiezza quindi non si sente più nulla tranne che, in alcune zone di confine, le stazioni dei cugini francesi che ancora le impiegano.

Chiavi dell'auto

Andate dal concessionario e fatevi fare un preventivo, a un certo punto il venditore potrebbe mostrarvi il prezzo finale usando il termine "chiavi in mano", che semplicemente significa comprensivo di IVA e di tutte le spese necessarie per mettere il veicolo su strada in condizioni di circolare - come l'approntamento della vettura, il collaudo e l'immatricolazione.

Questo termine nasce nel Novecento per far passare l'idea di "prezzo finale" senza altro da aggiungere, e sicuramente lo si continuerà ad usare per la sua efficacia nel trasmettere il concetto, ma avrà un senso meno reale: probabilmente infatti vedremo sempre più di rado delle vere e proprie chiavi della macchina.

Certo, il processo è già cominciato da molto con l'avvento dei sistemi keyless, che permettono di non dover nemmeno estrarre la chiave per aprire l'auto e metterla in moto, ma mi riferisco più che altro alla tecnologia ad esempio delle Tesla la cui chiave è letteralmente una tessera, e per la verità è anche il modo meno pratico per aprire l'auto: molto meglio registrare il proprio smartphone come chiave dell'auto e avere un codice numerico per avviarla.

E non è tutto perché, oltre all'idea di Ford presente su molti suoi modelli di apporre un codice numerico sul montante della portiera per aprire l'auto, ora si parla anche della possibilità di sfruttare gli avanzatissimi sistemi di riconoscimento facciale per aprire ed avviare la vettura. E la loro efficacia è dimostrata, ad esempio, dai sistemi presenti sugli smartphone come il Face ID di Apple che dichiara un margine di errore pari a 1 su un milione. Questo concetto di sostituire la chiave fisica con altri strumenti moderni sta prendendo sempre più piede e, probabilmente, le classiche chiavi andranno via via scemando.

Concessionari per come li conosciamo

No, non spariranno i concessionari e non diventerà tutto digitale della serie "acquista la tua auto online". O meglio, sicuramente esisterà questa possibilità e già oggi alcuni costruttori - oltre ad alcuni venditori terzi - lo consentono, ma i concessionari rimarranno... cambiando profondamente nella loro essenza.

Oggi i concessionari sono sostanzialmente aziende a sé, con la concessione dei costruttori di poter comprare e/o ordinare le vetture come ordini alla fabbrica madre, tramite un sistema di compravendita. Vale a dire, il concessionario compra le auto dal produttore pagandole "per intero", e poi le rivende ai prezzi di listino secondo gli sconti previsti dalla Casa madre. Il punto però è che naturalmente compra dalla casa madre a prezzi pre-stabiliti vantaggiosi, che possono cambiare anche in base alla grandezza del lotto acquistato o alla disponibilità di auto già prodotte in pronta consegna sui piazzali, e dunque può sfruttare parte di quel margine di guadagno per "giocarsela" con sconti aggiuntivi e concorrenziali - proprio come una qualunque azienda a se stante.

Nel corso del futuro molti costruttori trasformeranno la propria rete di concessionari in vere e proprie agenzie: non sarà più necessario sborsare la grande quantità di denaro in anticipo per comprare le vetture poi da rivendere, ma sarà sufficiente fare da tramite come una vera e propria "vetrina" che mostri i modelli del produttore e offra consulenza al cliente. Una volta venduta un'auto, sia essa in pronta consegna o da ordinare ad hoc, il concessionario guadagnerà una sorta di provvigione che sarà il suo guadagno finale. In pratica, come un negozio di telefonia con i modelli esposti in contovendita o con la possibilità di ordinarli, a contratto firmato.

Questa conversione significa da un lato una minor quantità di liquidità necessaria per poter avviare l'attività, ma dall'altro lato teoricamente potrebbe significare la chiusura di molti piccoli concessionari dove ve ne sono più del necessario adibiti allo stesso marchio (basti pensare a FIAT in Italia) e soprattutto dei problemi per gli attuali grandi multimarche, perché non è chiaro se marchi concorrenziali permetteranno al dealer di farli coesistere nella stessa struttura. Senza dimenticare la questione guadagni e sostenibilità finanziaria delle strutture attualmente esistenti, che potrebbero doversi semplificare e ridimensionare - con tutte le conseguenze del caso.

SI tratta di un discorso delicato che sicuramente continueremo a seguire in modo più approfondito nel corso dell'anno nuovo, ma sta di fatto che grandi produttori come Mercedes, il gruppo Volkswagen e il gruppo Stellantis - e naturalmente altri marchi presto potrebbero seguire a ruota - hanno già dichiaratamente confermato l'avviamento di questa conversione dei concessionari a partire dal 2023.

Pubblicità