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Il settore automobilistico globale sta attraversando una fase di profonda trasformazione, tra il rallentamento delle vendite di veicoli elettrici, la competizione sempre più serrata e le nuove politiche protezionistiche che minacciano le esportazioni. In questo contesto, due colossi dell'industria automobilistica, Geely e Stellantis, stanno affrontando sfide simili con strategie di consolidamento e razionalizzazione dei loro numerosi marchi.
Li Shufu, fondatore e presidente di Geely, ha deciso di adottare un approccio drastico per rafforzare la competitività del suo gruppo, che comprende marchi come Volvo, Polestar, Lotus, Lynk & Co e Zeekr. La cosiddetta "Dichiarazione di Taizhou" stabilisce nuove linee guida per eliminare ridondanze, aumentare le sinergie interne e ridurre i costi operativi.
Geely ha già iniziato questo processo con la fusione tra Zeekr e Lynk & Co, valutata 2,5 miliardi di dollari. L'obiettivo è ottimizzare le risorse e rafforzare l'offerta di veicoli elettrici in un momento in cui la crescita del settore si è rallentata e gli investitori mostrano sempre meno entusiasmo. Infatti, il valore di mercato totale delle cinque principali società quotate del gruppo è crollato di circa 75 miliardi di dollari dal picco massimo.
Nonostante le vendite complessive di Geely abbiano raggiunto i 3,3 milioni di veicoli nel 2023, il gruppo si trova ad affrontare un deficit significativo in alcuni dei suoi marchi premium. Polestar, Zeekr e Lotus hanno registrato perdite per un totale di 2,2 miliardi di dollari nei primi tre trimestri del 2024, mentre Volvo e Geely Auto hanno ottenuto profitti per circa 3 miliardi di dollari nello stesso periodo. La necessità di rendere il gruppo più efficiente e meno dipendente dagli aiuti statali è diventata quindi cruciale.
Un ulteriore ostacolo per Geely è rappresentato dalle politiche protezionistiche in Europa e negli Stati Uniti. L'aumento delle tariffe sui veicoli elettrici cinesi imposti dall'Unione Europea ha colpito Volvo, che ora sta cercando di trasferire parte della produzione dell'EX30 dalla Cina al Belgio. Se gli Stati Uniti dovessero imporre ulteriori dazi sulle importazioni europee, Volvo e gli altri marchi del gruppo potrebbero trovarsi in una situazione ancora più difficile.
Anche Stellantis si trova a gestire una situazione complessa. Con ben 15 marchi sotto il suo ombrello, tra cui Fiat, Peugeot, Citroën, Opel, Jeep, Alfa Romeo e Maserati, il gruppo sta cercando di trovare il giusto equilibrio tra diversificazione e razionalizzazione.
Carlos Tavares, ex CEO del gruppo, aveva avviato un piano di ottimizzazione delle risorse per garantire che ogni marchio avesse una propria identità e un proprio mercato di riferimento. Tuttavia, l'attuale rallentamento delle vendite e l'aumento dei costi di produzione hanno spinto Stellantis a rivedere la propria strategia.
Uno dei problemi principali per Stellantis è la sovrapposizione di alcuni marchi che si fanno concorrenza all'interno dello stesso segmento. Ad esempio, Opel e Peugeot condividono piattaforme e motorizzazioni, il che potrebbe portare a una futura razionalizzazione dell'offerta per ridurre i costi.
Entrambi i gruppi stanno cercando di affrontare le sfide del mercato con strategie di consolidamento, ma con approcci differenti:
Geely punta a una maggiore integrazione tra i suoi marchi, eliminando quelli meno performanti e unificando le piattaforme tecnologiche per ridurre i costi.
Stellantis sta cercando di mantenere tutti i suoi brand, differenziandoli in modo più netto e assegnando a ciascuno un ruolo specifico all'interno della gamma del gruppo.
Se da un lato il consolidamento di Geely potrebbe garantire maggiore efficienza e competitività nel lungo periodo, dall'altro Stellantis si trova di fronte alla difficile sfida di giustificare l'esistenza di tutti i suoi marchi senza ridurre la propria attrattività per i consumatori.