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Il più grande mercato automobilistico del mondo si tinge di verde: l’immagine delle metropoli cinesi assediate per lunghi mesi da una cappa perenne di smog grigio ed uniforme non è più consona alla nazione che aspira a diventare anche nel settore automobilistico un riferimento a livello globale.
Urge una decisa inversione di tendenza, ed i tempi sono ormai maturi: secondo le stime elaborate da China-SAE (China Society of Automotive Engineers), organizzazione accademica con sede a Pechino che riunisce ingegneri e esperti del settore auto, le vendite di auto alimentate da fonti di energia alternative sul mercato locale saliranno al 20% del totale entro il 2025 e toccheranno quota 50% entro il 2035.
Entro tale data, il 95% delle vendite di NEV sarà costituita da veicoli elettrici a batteria, con quota molto residuale quindi per i modelli ibridi: è quanto ha riferito Li Jun, presidente di Cina-SAE, alla conferenza annuale dell'ente in svolgimento a Shanghai.
In verità, le stime della La China-SAE rivedono al ribasso le indicazioni per il 2025 riferite dal Ministero dell’Industria in una comunicazione risalente allo scorso anno: allora si parlava di una quota di mercato del 25% ed adesso siamo al 20%; un ridimensionamento cautelativo in parte dovuto alla crisi sanitaria da coronavirus.
Per l’anno in corso, sono previste vendite in Cina di veicoli NEV (elettrici a batteria, ibridi plug-in e a celle a combustibile a idrogeno) per circa 1,1 milioni di unità.
Nell’ambito della stessa conferenza, Li Jun ha aggiunto che le emissioni di anidride carbonica dell’industria automobilistica cinese dovrebbero raggiungere il picco intorno al 2028 e scendere al 20% di quei livelli entro il 2035, con l’obiettivo della neutralità climatica da raggiungere entro il 2060.