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La catena di produzione cinese, capace di sfornare milioni di veicoli ogni anno, rischia di bloccarsi?
L’allarme arriva da un alto dirigente della NNEVTIC (National New Energy Vehicle Technology Innovation Center, ente statale che sovrintende alla piattaforma di sviluppo della tecnologia dei nuovi veicoli), intervistato da Bloomberg News: Yuan Chengyin, direttore generale della struttura, ha infatti indicato nella carenza di chip elettronici da installare a bordo delle vetture elettriche un potenziale fattore di rischio per l’intera industria automobilistica cinese.
Il problema, in verità, è doppio: c’è intanto un fattore di rischio a breve termine, determinato da errori negli ordinativi dovuti a previsioni errate e interruzioni nella produzione dei chip a causa del Covid-19, destinato ad essere risolto in tempi rapidi.
Più preoccupante, in prospettiva, è invece la dinamica in crescita esponenziale della domanda di chip, che non facendo parte del know-how dei fornitori cinesi obbliga le aziende a rivolgersi a fornitori stranieri.
«L’industria cinese dei chip - ha detto Yuan - è sotto tremenda pressione e non credo che il problema possa essere risolto dall'oggi al domani».
Il problema descritto da Yuan è sistemico: la catena di approvvigionamento cinese appare dipendente da fornitori esteri fino a quando le aziende locali non avranno sviluppato proprie capacità di produzione nel realizzare direttamente i semiconduttori utilizzati nei veicoli elettrici.
«Ci attende una sfida enorme - ha ammesso Yuan, che rappresenta anche la CACIISA (China Automotive Chip Industry Innovation Strategic Alliance), ente dell'industria dei chip per auto sostenuto dal governo - Se non affrontiamo il problema, l'industria automobilistica potrebbe tornare dove era decenni fa in termini di competitività».
La Cina, ricordiamo, è il più grande mercato automobilistico al mondo, con consegne per 25,3 milioni di unità nel 2020; inoltre, nel 2021 si attende una crescita della vendite di veicoli per la prima volta dal 2017, con ipotesi di un totale 27,2 milioni di unità, sotto la spinta anche della crescente domanda di veicoli elettrici.
Malgrado le dimensioni imponenti della sua industria legata all’auto, la Cina ha un tallone d’Achille, visto che importa la stragrande maggioranza dei chip utilizzati nella produzione di vetture.
Sono più di cento i tipi di chip installati su un'auto, con funzioni di controllo e gestione varie; ed i semiconduttori per auto devono essere più robusti rispetto a quelli di uno smartphone o di un laptop, capaci di resistere a temperature e sforzi molto maggiori; per questo, lo sviluppo dei chip utilizzati nelle auto può richiedere fino a cinque anni.