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Tra conferme e vecchi volti che tornano alla ribalta, non c’è dubbio che il Governo di Mario Draghi abbia accolto a bordo anche personaggi poco abituati ad affollare i salotti televisivi, e proprio per questo magari più meritevoli di una fiducia preventiva riguardo le loro azioni.
A questa categoria di tecnici prestati alla politica appartiene senz’altro Roberto Cingolati: 59 anni, milanese di nascita, laureato in Fisica all’Università di Bari, è stato per dodici anni a capo dell’Iit di Genova; tra le sue rare incursioni nel campo della politica, si ricordano gli interventi alla convention fiorentina di Renzi della “Leopolda“ e la partecipazione ad un convegno della “Fondazione Casaleggio”.
Ora è arrivata la chiamata alle armi da parte di Draghi, e non certo per un ministero qualsiasi: anzi, si tratta del “super“ Ministero dell’Ambiente e della Transizione Ecologica, il neonato dicastero fortemente caldeggiato da Beppe Grillo e sul quale si appuntano gli occhi di tutti visto che è destinato dd assorbire anche le competenze energetiche sinora gestite dal Ministero dello Sviluppo Economico.
Un Ministero che sarà al centro di uno snodo cruciale per lo sviluppo prossimo venturo del nostro Paese, visto che sarà chiamato a gestire, orientandoli nell’ottica della sostenibilità ambientale, gran parte dei finanziamenti in arrivo dall’Europa.
Nel curriculum di Cingolati, dopo la laurea in fisica, spicca il diploma di perfezionamento presso la Scuola Normale Superiore di Fisica ed esperienze come ricercatore al Max Planck Institut di Stoccarda, diretto dal premio Nobel per la fisica Klaus von Klitzing; è stato anche Visiting Professor all’Institute of Industrial Sciences della Tokyo University e alla Virginia Commonwealth University, negli USA.
Ottenuta nel 2000 la cattedra di fisica sperimentale all’università di Lecce, un anno più tardi fonda e dirige l’NNL (National Nanotechnology Laboratory) dell’INFM, sempre nel capoluogo salentino; ancora, nel 2005 fonda l’IIT (Istituto Italiano di Tecnologia) di Genova di cui sarà Direttore Scientifico fino al passaggio in Leonardo.
Il ruolo dirigenziale a Genova gli permette di fare conoscenza con il mondo politico, assicurando all’Istituto, ritenuto un vero centro di eccellenza nella ricerca scientifica, finanziamenti per oltre un miliardo di euro totali.
Insignito del titolo di Alfiere del Lavoro nel 1981 e di Commendatore della Repubblica Italiana nel 2006. è autore o co-autore di oltre mille pubblicazioni su riviste internazionali e ha al suo attivo oltre cento brevetti.