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A molti ha subito risuonato nella testa, quel ritornello, ben amplificato dalle condivisioni social e radiofoniche. La canzone “Poco Ricco” di Checco Zalone nei panni del rapper insoddisfatto Ragadi, sul palco dell’Ariston.
Visto che si è citata anche un’auto e che il personaggio, con il proprio mondo milanese in fase di arricchimento mai sufficiente e le delusioni “sensibili”, apre un filone, ecco un elenco potenziale. Quello delle macchine da Poco Ricco idealizzando così come lo ha raccontato ironicamente, ma con spunti di riflessione, il comico.
Le most wanted cars del Poco Ricco cantato da Zalone sono a scalare, partendo dagli inizi dove la sua condizione sociale non era troppo rosea. I modelli papabili, si evolvono poi con il diminuire della “pochezza” pur se l’insoddisfazione rimane sempre e il desiderio di un passo ulteriore erode continuamente il soggetto immaginario. Un continuo cambio di auto per rincorrere il vertice assurdo che lo porterebbe a desiderare un parcheggio privato che si apre nello stesso Duomo di Milano.
Mentre desiderava quel “Porsche nero a Km.0” da esibire presso locali alla moda, probabilmente il Poco Ricco ha posseduto una normale citycar usata come molti, iperchilometrata, forse Euro3 (se da ragazzino giocava con la Playstation 2).
Un primo passo potrebbe essere stata la roboante 500 Abarth, anche quella usata, che lo ha spostato nel “quartiere galera” d’origine con un tono diverso. Per passare poi a segmenti superiori man mano che aumentava il benessere. Con una GTI magari, ricca di elementi tuning, o meglio subito dopo una BMW coupé, rigorosamente dotata di M in vista e ribassata, con eliminazione del limitatore velocità se lo avesse.
Targhe che mostrano via via immatricolazioni sempre più recenti, basta usato e Km.0. Il Poco Ricco aumenta l'importo delle rate e può anche toccare il mondo dei SUV prestanti, di quelli a tetto spiovente magari con l’acronimo RS o una X nel nome, ancora più in alto nel lusso ostentato. Fino a saturandosi di auto tedesche, anche a otto cilindri, da abbandonarle perchè alla fine lui non è innamorato di nessuna.
Ecco allora le ricche inglesi, belle per il centro di Milano e un arrivo da VIP in località mondane, ma quando non basta più nemmeno quello e una Porsche GT con cui azzardare un track-day, ecco il culmine permesso dal cash, che si compra contrariamente al Duomo: una Ferrari (8 cilindri) da usare come se per lui fosse un’utilitaria, da tutti i giorni. Messa anche sui marciapiedi quando capita e, perché no, a sgommare su un piazzale.
Insomma il poco ricco secondo gusti potrebbe toccare ogni modello “che fa scena” partendo dall’usato arrivando agli allestimenti più ricchi e magari personalizzati, per differenziarsi dopo aver passato i principali miti a 4 ruote del momento.
Solo quando capisce che “il cash non lo ha cambiato” temendo di non essere ancora al punto che desiderava, può dedicarsi a qualcosa di più elevato, che non si rincorre nei lanci modello e dopo ogni Salone come fa chiunque: le auto classiche. Sempre di grossa cilindrata, sempre da…. Poco Ricco, almeno se la prima proposta a cui cede, è una Thema 8.32 o meglio la "sorella di motore" (solo a certi giri) Mondial.