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Il countdown è già iniziato, visibile sull’home page del sito ACI: ed i collezionisti stanno già litigando per accaparrarsi l’ultimo documento in vile carta, che sarà emesso dal PRA venerdì 2 ottobre. Poi, alla riapertura degli uffici la mattina del 5, entreremo in un’altra era: da quel giorno, il certificato di proprietà dei veicoli sarà disponibile solo in formato digitale, anticipando quindi di un paio di settimane l’analogo provvedimento che interesserà il tagliando RC.
Certificato di carta addio
Da lunedì, quindi, chiunque acquisti un veicolo, nuovo o usato, non riceverà più il classico Certificato di Proprietà cartaceo, sostituito dalla sua versione integralmente digitale, custodita negli archivi informatici del PRA. Al proprietario sarà rilasciata una ricevuta dell'avvenuta registrazione che conterrà il codice di accesso personalizzato con cui visualizzare online il documento (sul sito www.aci.it). Ogni ulteriore trascrizione al PRA (come trasferimento di proprietà, radiazione, annotazioni) potrà essere eseguita tramite il certificato conservato sui server. Questa innovazione interessa oltre 40 milioni di italiani possessori di auto, moto, scooter, furgoni, camion e veicoli in generale.
Il Certificato di Proprietà digitale così come lo ha pensato l’ACI aumenta la sicurezza del documento, elimina le frodi legate al furto o alla falsificazione del documento cartaceo e solleva gli utenti da numerose incombenze, che ben conoscono i 300.000 italiani che ogni anno ne devono denunciare lo smarrimento e richiedere il duplicato. Digitalizzazione significa anche risparmio: per la sola eliminazione del duplicato c'è un risparmio secco di 4,5 milioni di euro l'anno e ringrazia pure l'ambiente, con l'eliminazione di 30 milioni di fogli di carta e tonnellate di inchiostro. Per non parlare del tempo necessario per presentare la denuncia di smarrimento o furto del Certificato.
Il risparmio c'è
“Per ogni pratica - rivela il presidente dell'ACI Angelo Sticchi Damiani - si risparmieranno 39 euro, di cui 32 di bolli rispetto al costo del certificato cartaceo tradizionale, che fino ad oggi costava circa 100 euro". Il PRA, che ACI gestisce da 88 anni, è tra le prime P.A. centrali ad aver completato i processi di digitalizzazione: un processo iniziato dai primi anni ’60, quando fu chiaro che la crescita del mercato automobilistico avrebbe richiesto l’impiego di sistemi informatici per la sua gestione e la salvaguardia del diritto di proprietà degli automobilisti, che rappresenta un valore importante, stimato superiore ai 150 miliardi di euro.
“Oggi si compie un fondamentale passo per un rapporto sempre più semplice ed efficace - ha dichiarato il presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani - tra gli italiani e il PRA, custode della proprietà dei nostri veicoli. ACI rappresenta oltre un milione di automobilisti e non si è sottratta alla sfida sull’innovazione digitale, ma anzi ha accelerato e intensificato gli sforzi negli ultimi anni. Come risultato eliminiamo un documento, in risposta alle richieste del Governo, e diamo un contributo significativo all’innovazione del Paese".
I più maliziosi hanno voluto vedere nell’esibizione di efficienza del PRA una risposta neppure tanto indiretta alle voci di chi vorrebbe quest’ultima destinata a confluire nella Motorizzazione
Cosa si nasconde dietro all'innovazione?
In verità, la mossa di rendere disponibile in forma elettronica il CDP può avere più chiavi di lettura, almeno su due livelli. I più maliziosi hanno voluto vedere nell’esibizione di efficienza del PRA una risposta neppure tanto indiretta alle voci di chi vorrebbe quest’ultima destinata a confluire nella Motorizzazione nel nome della semplificazione burocratica, ennesimo episodio di un conflitto latente che vedrà tra non molto il Governo prendere la sua decisione. Ebbene, in tal senso non possiamo non rilevare che la digitalizzazione annunciata dal PRA è stata una bella mossa, un coup de théâtre abilmente studiato, capace di sparigliare le carte e riportare ogni scelta nel campo delle ipotesi.
Almeno ad ascoltare le dichiarazioni del sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Ferri, che ha affermato: “Il servizio svolto dal PRA è di fondamentale importanza per la magistratura e le forze dell'ordine. La digitalizzazione può anzi migliorare il loro lavoro ad aiutare i cittadini nell'avere la certezza della titolarità dei beni registrati. Va bene modernizzare il PRA, ma teniamo i pilastri che garantiscono la certezza del diritto". Parole dolci come il miele per Sticchi Damiani ed il suo entourage, che se pure non possono non concordare sulla necessità di arrivare ad un unico documento con i dati dell’auto (in luogo dei due che oggi ne costituiscono l’anagrafica), nondimeno vedono come fumo agli occhi la ventilata ipotesi di accorpamento del PRA sotto l’ombrello della Motorizzazione.
1 - 1: palla al centro
D’altro canto, se l’obiettivo della riforma Madia riguarda soprattutto la riduzione dei costi riguardanti la gestione dei dati relativi a proprietà e circolazione dei veicoli, insieme a risparmi per l’utenza, non c’è dubbio che la mossa del PRA vada proprio in questa direzione. Se n’è accorto anche Renzi, che ha scritto su Twitter: "Dal 5 ottobre diventa digitale il certificato di proprietà dei veicoli: il Pra rilascerà il documento solo online #coseutili #avantitutta”. E così la partita PRA-ACI-Motorizzazione è tutt’altro che chiusa…