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Tra i maggiori fornitori di sistemi elettronici per il mondo automotive, soprattutto giapponese ma non solo, figura Denso, che di recente ha fatto parlare di sé per investimenti e acquisizioni: ultima quella di una quota che porta Denso a detenere il 5% di Renesas electronics. Poca roba dite? Si parla di quasi ottocento milioni di dollari, per l’azienda produttrice di semiconduttori (chip) che chi opera sulle ecu motore ben conosce, a dire il vero non da tantissimi anni qui in Italia, per i vari componenti presenti nelle centraline. Tra i nomi noti ci sono i diffusi microprocessori serie SH705x o M32R, che si trovano nella gestione elettronica motore di modelli popolari per Honda, Mazda, Subaru e Nissan, ma anche in alcune ecu di marchio non giapponese e quindi applicate ovunque, come Valeo, Sagem e Siemens per dirne alcune (pur dotate in minor parte di un micro Renesas).
Per un sistemista automotive è fondamentale la fornitura di componenti e soprattutto microprocessori dedicati ai propri nuovi sistemi, da proporre e riuscire a “piazzare” sulle vetture in uscita di grandi carmaker. Si tratta di commissioni, volendo usare un termine improprio, poiché implicano anni di sviluppo congiunto, molto importanti e di valore pesante sia economicamente sia industrialmente, coprendo sempre orizzonti sempre di medio termine.
Proprio i prodotti Renesas, sono tra quelli emergenti in competizione con altri di colossi come ST, Motorola e Infineon, nelle schede usate per ecu e parti “intelligenti” dei sistemi a guida autonoma, o per la connettività. Denso è azienda legata a Toyota Motor non solo in quanto fornitrice, ma anche finanziariamente (un po’ come è sempre stata, in misura variabile nel tempo, Magneti Marelli) e proprio Toyota ha dal canto suo di recente fatto sapere di aver disposto alcuni miliardi di dollari per lo sviluppo della guida autonoma anche con il supporto di Denso.
Insomma, auto giapponesi con elettronica giapponese anche per il futuro, come un tempo? Sistemi che "parlano" la propria lingua? Non del tutto, le forniture di Denso a Toyota, per quanto prioritarie non sono superiori al 50% in termini di volume e lo scorso mese Denso aveva reso noto un altro investimento, importante, per quanto riguarda la sicurezza dei dati, sposando la causa statunitense, californiana, della startup Dellfer. Oltre i siliciai, presenti da decenni come elemento fondamentale di un’auto e anche di un accordo industriale nel settore, ora conteranno anche i gestori dei flussi di bit che scorrono dentro e intorno alla macchina; vale sempre la pena avere rapporti solidi e di reciproco interesse su certe cose, delicate: le partecipazioni finanziare sono un legame evidentemente utile.