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Tutto è cominciato nel 2018, con un sospetto: esami di guida truccati per cittadini cinesi. E la Procura della Repubblica di Torino ha avviato un’indagine che ha poi portato al controllo e alla verifica di linee telefoniche mobili e, soprattutto, a tenere d’occhio un paio di agenzie che promettevano di far ottenere la patente senza troppi sforzi. Da qui a scoprire che si trattava, in realtà, di due organizzazioni truffaldine è stato semplice, ma lungo e articolato. All’inizio il blitz della polizia giudiziaria nella sala della motorizzazione civile aveva portato a scoprire un uomo che, occultando gli auricolari, era riuscito a tenersi in contatto con persone all’esterno che lo aiutavano nelle risposte dei quiz. Il tutto grazie al collegamento bluetooth con un telefono cellulare che era stato nascosto, addirittura, sotto un parrucchino. L’uomo, ovviamente, era stato denunciato, ma il lavoro degli inquirenti non si era fermato, arrivando ad intercettare decine di telefonate che hanno permesso di ricostruire modi, termini e persone di quella che era una vera e propria associazione a delinquere. Con clienti che sono arrivati a pagare anche 7000 Euro per poter conseguire la patente di guida in Italia. Non più solo Torino e il Piemonte, quindi, ma un fenomeno diffuso su tutto il Paese. Inizialmente sono stati nove i soggetti individuati: sette cinesi, un peruviano e un italiano. Poi sono state deferite in stato di libertà altre 108 persone, ritenute responsabili di aver truccato esami per il rilascio di patenti di guida, con l’emissione di nove misure cautelari per altrettante persone, il sequestro di 50 patenti e perquisizioni fino in Abruzzo, in particolare a Vasto. E’ lì che una delle prime persone indagate, dopo essere stata scoperta a Torino, aveva trasferito la sua “attività”.