CDP Digitale: all'ACI (per ora) l'ultima sentenza

CDP Digitale: all'ACI (per ora) l'ultima sentenza
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Il Consiglio di Stato contro il Tar del Lazio: ACI incassa e festeggia
12 settembre 2016

Nuova puntata della querelle che oppone l’ACI e alcune associazioni professionali del mondo auto: stavolta ad aggiudicarsi il punto è l’ente guidato da Angelo Sticchi Damiani, che incassa a suo favore la sentenza appena emessa dal Consiglio di Stato.

Oggetto del contendere, il Certificato di Proprietà Digitale, introdotto dall’ACI neppure dodici mesi fa, che sostituisce il tradizionale e per molti versi obsoleto Certificato di Proprietà cartaceo, sostituito appunto dalla versione integralmente digitale, custodita negli archivi informatici del PRA.

Ai nuovi proprietari di auto, moto, scooter, furgoni, camion e veicoli in generale viene rilasciata una ricevuta dell'avvenuta registrazione, contenente il codice di accesso personalizzato con cui visualizzare online il documento (sul sito www.aci.it).

Ogni ulteriore trascrizione al PRA (come trasferimento di proprietà, radiazione, annotazioni) viene eseguita tramite il certificato conservato sui server.

Un’innovazione studiata per aumentare la sicurezza del documento, eliminare le frodi legate a furti o falsificazione del documento cartaceo e capace di sollevare gli utenti da numerose incombenze, come nel caso di denunce di smarrimento e richiesta di duplicato.

Digitalizzazione significa anche risparmio: per la sola eliminazione del duplicato c'è un risparmio secco di 4,5 milioni di euro l'anno con vantaggi pure per l'ambiente, con l'eliminazione di 30 milioni di fogli di carta e tonnellate di inchiostro.

La scelta dell’ACI ha però trovato l’opposizione delle associazioni di autoscuole e studi di consulenza automobilistica (Unasca) e delle agenzie di pratiche auto (Sermetra), che hanno contestato il passaggio secco dal cartaceo al digitale: in loro favore si è espresso il Tar del Lazio, che in apposita sentenza aveva accolto il loro ricorso.

Uno ad uno palla al centro? Neppure per sogno, il pareggio è durato poco: ora il Consiglio di Stato ha sospeso gli effetti della sentenza del Tar Lazio, accogliendo l'istanza cautelare presentata dall'ACI e sospendendo così la sentenza impugnata, avendo rilevato – secondo quanto si legge nell’ordinanza – “l’opportunità di mantenere la regolamentazione assunta dall'ACI fino alla decisione sul merito della causa”.

Per inciso, la pronuncia di merito è attesa per il 9 febbraio 2017... I famosi tempi biblici della giustizia italiana.

Infine, va ricordato anche la sentenza di qualche settimana fa con la quale la Corte di Appello di Roma ha rigettato il ricorso, ancora una volta promosso dall’Unasca in materia di pagamento RID, sancendo, così, legittimità e correttezza dell’operato dell'ACI.

Che a sua volta, ovviamente, esprime soddisfazione per queste due decisioni, che riconoscono sia la legittimazione dell'Ente a migliorare, nell’interesse degli utenti, la qualità dei servizi offerti, sia la piena operatività del CDPD (nei primi 313 giorni di attività del nuovo sistema l’ACI ha rilasciato più di 10,3 milioni di Cdp digitali, ad una media di oltre 33.000 al giorno) e delle regole che lo gestiscono, le quali sono con tutta evidenza in piena armonia con l’attuale contesto normativo.
 

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