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Le prossime mosse del Gruppo Fiat sul piano degli investimenti lasciano ancora nell’incertezza molti dei lavoratori degli stabilimenti italiani. La notizia, ormai quasi certa, di una futura produzione dei modelli Jeep in Cina trova d’accordo i sindacati.
Bene gli investimenti in Cina. E in Italia?
I rappresentanti dei lavoratori infatti comprendono che la scelta di puntare anche sull’Oriente sia una mossa ormai inevitabile e dettata dalla necessità del Gruppo di rafforzarsi nei mercati emergenti, ma chiedono anche interventi immediati in Italia, dal momento che ad oggi non si conoscono ancora le sorti degli stabilimenti di Cassino e soprattutto di Mirafiori.
I sindacati infatti hanno dichiarato: «Bene se il Lingotto porta la produzione di Jeep in Cina. Questa scelta rafforzerebbe nel mondo il Gruppo Fiat-Chrysler, aprirebbe nuovi mercati. In Italia però c'è una vera emergenza: il futuro di Mirafiori. Poi anche Cassino è una priorità». I sindacati rilanciano «la preoccupazione per i problemi ancora irrisolti» del piano di investimenti Fiat in Italia, mentre la reazione alle notizie che arrivano da Oriente è di fiducia, positiva. E' accolta con favore l'indiscrezione - del Detroit Free Press - secondo cui sarebbe "vicino" un accordo per la produzione del suv Jeep in China, in joint venture con Guangzhou Automobile Group, come previsto da un accordo quadro annunciato a gennaio.
«Mirafiori è al collasso, gli operai lavorano tre giorni al mese»
«Al Lingotto chiederemo di incontrarci presto, a settembre - dice il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella - c'è il tema del contratto che scade a fine anno, ma soprattutto c'e' una fase di emergenza per Mirafiori e Cassino. Rafforzare i rapporti internazionali e produrre nuovi modelli per aggredire i mercati mondiali è una scelta positiva ma - aggiunge Palombella - il problema è che in Italia si presenta a settembre con problemi ancora irrisolti. Mirafiori e Cassino sono un elemento di grande preoccupazione, sono le priorità per la ripresa del confronto in autunno. Mirafiori è al collasso. Non si può più aspettare».
Il futuro dello stabilimento torinese, sottolinea Ferdinando Uliano, segretario nazionale responsabile per il settore auto della Fim, oggi «è la priorità, l'emergenza. Oltre 5.000 operai stanno lavorando tre giorni al mese per la MiTo. La cassa integrazione straordinaria è in scadenza a settembre, bisogna chiedere una proroga, ma per farlo è necessario mettere in campo un investimento importante, altrimenti è difficile che verrà concessa».
“Vanno individuati i prodotti da portare Torino, base per lanciare un investimento intorno al miliardo di euro per adeguare le linee”
Mirafiori? Serve 1 miliardo
Anche la Fim preme per risposte in tempi stretti. «Già entro la settimana prossima ci aspettiamo che Fiat ci chiami per fissare una data, per parlare di Mirafiori. Vanno individuati i prodotti da portare Torino, base per lanciare un investimento intorno al miliardo di euro per adeguare le linee. Fino ad ora sono stati fatti solo investimenti minori di preparazione».
Su Mirafiori, sottolinea ancora Uliano, «attendiamo da un anno. C'è l'accordo di aprile 2012, poi a luglio il Lingotto ha ufficializzato che l'investimento veniva sospeso per rivedere il piano e i due prodotti attesi, a marchio 500 e Jeep, sono stati assegnati a Melfi.
Anche a Cassino la situazione è drammatica
È una situazione molto preoccupante, molto delicata». «Poi c'è un'altra priorità, il secondo tassello da definire, ovvero Cassino, dove oggi si lavora due settimane su quattro per la Giulietta, la Delta e la Bravo. Non è una situazione drammatica come Mirafiori, ma a fine anno scade la cig ordinaria e bisogna chiedere la cassa straordinaria che auspichiamo sia per ristrutturazione per poi procedere anche là con un investimento». La Cina? «Notizia positiva, un elemento di crescita. Non incide però sui problemi italiani» dice Uliano.
Fonte: Ansa