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Si chiamano “odonimi” e sono quei nomi che vengono assegnati a vie, piazze, piazzali, viali, corsi, vicoli e così via. Sono quelle denominazioni che originano per lo più della storia, da personaggi in qualche modo rilevanti per una comunità.
Le procedure di intitolazione delle strade a personalità legate alla storia di una comunità sono di solito lunghe e controverse, specialmente nel caso di personaggi connessi a vicende politiche. Lungamente dibattute sono state ad esempio la dedica di strade o piazze agli ex segretari del PSI Bettino Craxi o del MSI Giorgio Almirante.
Se n'è tornato a parlare di recente a proposito dell'intitolazione di una strada di Roma a Stefano Cucchi, giovane romano deceduto da detenuto in seguito alle percosse di due militari dell'Arma dei Carabinieri da poco condannati.
Nel caso di Stefano Cucchi, la mozione per intitolargli una strada è stata approvata dall'Assemblea di Roma all'unanimità nel 2014. Essendo deceduto il 22 ottobre 2009, il prossimo 22 ottobre 2019 saranno passati i dieci anni dalla scomparsa previsti per la concessione dell'autorizzazione prefettizia.
La legge di riferimento risale al 1927. Con la legge 1188 del 23 giugno 1927 si stabilì, nel caso di intitolazione ad un persona, che «Nessuna strada o piazza pubblica può essere denominata a persone che non siano decedute da almeno dieci anni» (art. 2), tranne che per «persone delle famiglia reale, né ai caduti in guerra o per la causa nazionale». Vi possono essere comunque delle eccezioni, che devono essere autorizzate dalle Prefetture secondo quanto stabilito dal Ministero dell'Interno con la circolare n.ro 18 del 29 settembre 1992.
Ma come si assegnano i nomi alle nostre strade? La proposta parte di solito dalle istituzioni locali (il Municipio VIII nel caso della via dedicata a Stefano Cucchi), ma può essere avanzata da chiunque, cittadinanza, associazioni, istituzioni politiche, al Comune, che adotta un proprio regolamento in proposito.
La richiesta, indirizzata al Sindaco, è sottoposta ad un ufficio competente in materia di toponomastica che si avvale di apposita commissione, normalmente composta da consiglieri comunali ed esperti, che fornisce un parere comunque non vincolante. Successivamente la proposta deve essere approvata da parte della Giunta comunale. Prima di procedere all'apposizione della targa o dei cartelli, però, il Comune deve attendere l'autorizzazione della Prefettura, che può concedere o meno il proprio benestare sulla nuova denominazione.