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L'effetto combinato della ripresa degli spostamenti per lavoro e per turismo, e soprattutto la crescita inarrestabile dei prezzi dei carburanti, produce una conseguenza non disprezzabile per le casse statali: infatti, secondo l’Ufficio Studi della CGIA del Veneto, quest’anno l’erario incasserà un extra gettito di circa un miliardo di euro.
Un risultato determinato dall'applicazione dell'IVA al 22% sui carburanti, che a fronte dell’aumento dei prezzi produce appunto una crescita del gettito statale, mentre sulla base imponibile gravano anche le accise.
L'impennata dei prezzi coinvolge tutti i carburanti, dalla benzina al diesel, passando per GPL ed approdando al metano, e quindi colpisce tutti coloro che sono obbligati ad utilizzare un veicolo a motore: per questo la CGIA ha chiesto al Governo di restituire, in particolar modo agli autotrasportatori e a chi utilizza ogni un veicolo per ragioni di lavoro (taxisti, autonoleggiatori, agenti di commercio,...), il “tesoretto” da un miliardo di euro, per esempio aumentando il credito di imposta sui carburanti previsto in sede di dichiarazione dei redditi.
Nell'anno in corso, i prezzi dei carburanti hanno subito aumenti davvero importanti: la benzina è passata da un costo medio di 1,47 euro/lt di gennaio fino a 1,72 euro/lt rilevato di ottobre (+17%); il diesel, che costava 1,34 euro/lt ad inizio anno; oggi ha toccato quota 1,58 euro/lt (+17,9%); il GPL costava a gennaio in media a 0,63 euro/lt, mentre oggi se ne pagano 0,79 euro/litro (+25,4%); ancora maggiore l'aumento del metano, che addirittura in alcune zone del Paese è arrivato al raddoppio del prezzo!