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Ipotesi, previsioni, suggestioni forse: quello di giovedì si annuncia come un Consiglio dei Ministri tra i più importanti degli ultimi mesi, chiamato a stabilire quali regole fissare per porre un freno alla crescita inarrestabile dei prezzi di carburanti ed energia.
Una condizione che sta mettendo in ginocchio famiglie ed imprese, messe di fronte a costi imprevisti che mettono a dura prova l'ancor fragile fase di ripresa post-lockdown.
L'intento di Draghi è chiaro: porre un tetto ai prezzi di gas e energia elettrica, per far calare in un amen il costo delle bollette.
Una sorta di paracetamolo economico per contrastare il picco influenzale, mentre per i rimedi strutturali bisognerà attendere ancora.
Gli uffici del governo sono stati sollecitati a fare presto, ma come si dice in questi casi trovare la quadra non è facile, senza scaricare tutto il peso su chi vende l’energia, con contraccolpi sul mercato: quindi alla vigilia del Consiglio dei Ministri che darà il via libera al decreto “taglia prezzi“, una soluzione definitiva ancora non c’è e sul tavolo restano aperte diverse diverse opzioni.
Il decreto è stato delineato nella sua struttura nel corso di una riunione a Palazzo Chigi, alla presenza dei ministri dell’Economia Daniele Franco, della Transizione ecologica Roberto Cingolani e dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, insieme al sottosegretario alla presidenza Roberto Garofoli.
Prima del CdM, Draghi affronterà l'argomento con i capi delegazione in una cabina di regia che esaminerà in forma preliminare le diverse ipotesi: resta da sciogliere il nodo delle coperture economiche, perché come annunciato dalla stesso premier l'intenzione è di intervenire senza ricorrere a uno scostamento di bilancio, finanziando magari l'intervento con l’extragettito dell'IVA sui carburanti; meno percorribile sembra al momento la strada di intervenire con una tassazione maggiore a carico delle aziende energetiche, che pure hanno goduto - eccome! - di profitti enormi negli ultimi mesi.
La terapia del Governo si concentra sull'ipotesi di tagliare di almeno 15 centesimi al litro il costo di benzina e gasolio, misura che dovrebbe durare almeno fino all'inizio dell'estate.
Un lasso di tempo necessario per mettere mano ad interventi strutturali sul mercato energetico, da concordare con i partner europei, con l’obiettivo di una diversificazione delle fonti energetiche nell’area mediterranea e un tetto al prezzo d’importazione del gas.
Ma per Draghi non sarà facile convincere Olanda e Germania, le due nazioni più interessate alla libera fluttuazione del prezzo del gas naturale.