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Che Carlos Ghosn abbia sostenuto con fermezza di essere stato cacciato da Nissan non è un mistero, visto che l'ex numero uno dell'Alleanza con Renault e Mitsubishi lo ha detto a più riprese dopo essere caduto in disgrazia, in seguito all'arresto per frode fiscale nel novembre del 2018. Ora, però, ci sarebbero delle prove a sostegno della tesi di Ghosn: lo riporta Bloomberg, che, citando fonti vicine alla vicenda, ha ricostruito il periodo prima dell'inizio della spirale discendente del top manager.
Il tutto sarebbe cominciato quasi un anno prima dell'arresto di Ghosn da parte delle autorità finanziarie giapponesi: secondo quanto riportato da Bloomberg, ci sarebbero prove lampanti sul fatto che a pesare sul fato di Ghosn sia stato il malcontento in Nissan per la maggiore integrazione con Renault voluta dallo stesso Ghosn. Bloomberg parla nello specifico di un carteggio via mail risalente al febbraio del 2018 da cui risulterebbe evidente «una campagna mediatica» per cacciare Ghosn, nel tentativo di fermare sul nascere gli intenti dell'allora presidente, che, ad inizio 2018, aveva dichiarato di voler rendere irreversibile l'Alleanza tra Renault e Nissan.
Al centro di questo piano ci sarebbe Hari Nada, che, in una mail inviata a metà 2018 a Hitoshi Kawaguchi, avrebbe esortato quest'ultimo ad agire contro Ghosn in modo tale da «neutralizzare le sue iniziative». Più avanti, precisamente il giorno prima dell'arresto di Ghosn, Nada avrebbe scritto all'allora ad Hiroto Saikawa per chiedere la risoluzione dell'accordo alla base dell'Alleanza, il ripristino del diritto di Nissan di acquistare azioni di Renault e l'eliminazione dei poteri della casa della Losanga nelle nomine del direttore operativo di Nissan. Saikawa, in buona sostanza, sarebbe stato invitato ad approfittare dell'arresto di Ghosn per chiedere modifiche significative all'Alleanza.
Nada avrebbe così pugnalato alle spalle Ghosn, con cui lavorava a stretto contatto da tempo. L'avvocato malese, dagli anni Novanta in Nissan, avrebbe condotto in prima persona indagini sull'utilizzo da parte di Ghosn delle abitazioni fornite da Nissan. Qualche giorno prima dell'arresto, Nada avrebbe scritto a Saikawa, esortandolo a muovere accuse ben più gravi rispetto alla frode fiscale, in modo tale da «distruggere la reputazione» di Ghosn. Stando a quanto riportato da Bloomberg, insomma, le accuse mosse da Ghosn riguardo ad un complotto ai suoi danni avrebbero fondamento. Nissan, dal canto suo, dai tempi dell'arresto di Ghosn ha mantenuto una posizione ferma: la causa della catena di eventi è da ricondursi alla «cattiva condotta di Ghosn e Kelly (ex top manager della casa nipponica, ndr.)», comportamenti riguardo ai quali sono emerse «prove sostanziali e convincenti», grazie ad un'indagine condotta in seguito ad una soffiata.
IF