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Carlos Ghosn è stato nuovamente arrestato a Tokyo: l'accusa, questa volta, è di appropriazione indebita. Ghosn, 65 anni, era stato scarcerato ad inizio marzo dopo una detenzione di oltre 100 giorni. L'ex numero uno dell'Alleanza Renault-Nissan avrebbe utilizzato fondi di Nissan recuperati attraverso un intermediario per scopi personali.
«Il mio arresto di questa mattina è scandaloso e arbitrario - Ghosn ha fatto sapere tramite un portavoce ad Automotive News -. Si tratta di un nuovo tentativo da parte di alcune persone in Nissan di zittirmi sviando le indagini. Perché arrestarmi se non per cercare di ferirmi? Io non mi arrenderò».
In un’intervista rilasciata alle emittenti televisive francesi TF1 e LC1, Ghosn aveva detto: «Continuo a combattere, sono innocente. Non è facile, lo devo ammettere, e chiedo al governo francese di difendere me e i miei diritti da cittadino». L’arresto del tycoon arriva il giorno dopo il suo annuncio di una conferenza stampa per raccontare la verità.
Tra le spese effettuate da Ghosn e scoperte da Renault e Nissan dopo indagini interne ci sarebbero quelle legate a uno yacht, a dei jet e alla costituzione della start-up di uno dei figli del tycoon. I fondi per coprire questi costi, stimati intorno ai 34 milioni di dollari, sarebbero stati trasferiti nell'arco di sette anni ad una succursale di Nissan in Oman, gestita da un conoscente di Ghosn. Una portavoce della famiglia Ghosn ha definito queste accuse «parte di una campagna di diffamazione volta a dipingere Ghosn come avido».