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Sarebbero almeno sette i fiancheggiatori di Carlos Ghosn che lo hanno assistito nella rocambolesca fuga dal Giappone, dove era indagato per una serie di reati aziendali che lo avevano portato all’arresto ed al successivo rilascio su cauzione in attesa di processo.
I complici dell’ex manager di Nissan finora individuati sono tutti i turchi: la procura di Istanbul sta infatti indagando su alcuni dipendenti della compagnia aerea MNG Jet, vettore che opera in chartering che si è dichiarato parte lesa, i cui servizi sono stati utilizzati da Ghosn per raggiungere il Libano dal Giappone con uno scalo a Istanbul.
Si tratta di un responsabile operativo che ha ammesso in gennaio di aver falsificato i registri di volo, quattro piloti e due assistenti della MNG. Le indagini sul funzionario sono scattate dopo che è stato appurato che aveva ricevuto sul suo conto bancario due bonifici sospetti, uno da 216.000 euro ed un altro da 66.000 dollari USA tra ottobre e dicembre 2019.
Il manager del vettore turco ha sostenuto davanti alle autorità di aver favorito la fuga di Ghosn perché lui e la sua famiglia sarebbero stati minacciati di morte se non avesse dato il suo contributo al piano di evasione.
Rischia fino a otto anni di carcere insieme ai quattro piloti per l’accusa di traffico di immigrati irregolari, mentre sarebbero stati rilasciati dopo l’interrogatorio i due assistenti di volo, ai quali potrebbe essere inflitto un anno di carcere per non aver denunciato un reato di cui erano a conoscenza. I due aerei utilizzati per l’esfiltrazione di Ghosn dal paese sono due jet privati.