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L’ex presidente di Renault-Nissan-Mitsubishi Carlos Ghosn è fuggito in Libano lasciando il Giappone, dove era in libertà vigilata in attesa di processo per una serie di accuse su illeciti finanziari che vanno dall’appropriazione indebita alla frode fiscale.
Ghosn dal giorno del suo primo arresto, il 19 novembre 2018, ha passato un totale di 108 giorni in carcere per quattro presunti reati, ma aveva ottenuto il regime di semilibertà versando una cauzione di circa 9 milioni di dollari.
Il manager che fece il suo ingresso in Renault nel 1996 per poi diventare nel 1999 ad di Nissan, carica mantenuta fino al 2017, aveva spesso lamentato le dure condizioni imposte dal sistema giudiziario nipponico, ottenendo anche la solidarietà del presidente della repubblica francese Emmanuel Macron.
Non è ancora chiaro come abbia fatto Ghosn a lasciare il Giappone, dal momento che gli erano stati ritirati i passaporti e che era sottoposto a stretta vigilanza. Le indiscrezioni raccolte dall’agenzia Reuters parlano di un jet privato atterrato a Beirut e proveniente dalla Turchia. Probabile dunque che il manager abbia avuto un aiuto esterno nel lasciare il paese.
Carlos Ghosn ha tre nazionalità: è cittadino brasiliano, francese e libanese. Il Giappone ha accordi di estradizione solo con Stati Uniti e Corea del Sud, quindi non potrà chiedere alle autorità libanesi la sua riconsegna.
«Ora sono in Libano e non sarò più tenuto in ostaggio da un sistema giudiziario giapponese distorto in cui si presume la colpa, la discriminazione dilaga e vengono negati i diritti umani fondamentali. Non sono fuggito dalla giustizia, sono sfuggito all'ingiustizia e alla persecuzione politica. Ora posso finalmente comunicare liberamente con i media e non vedo l'ora di iniziare la prossima settimana», ha dichiarato.
Pare che ora si trovi in una casa di sua proprietà a Beirut, sorvegliata da guardie private armate.