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Ora non si scherza più, il livello del problema si è innalzato ed interviene la Politica: negli USA, la crisi dei chip è ormai divenuto un problema di sicurezza nazionale, e la Casa Bianca è intenzionata ad una verifica severa sulle aziende coinvolte, per perseguire eventuali condotte a questo punto considerate lesive dell'intera economia a stelle e strisce.
L'obiettivo di Gina Raimondo, ministro del Commercio dalle chiare origini italiane, è di avviare un'azione forte contro i responsabili della distribuzione a singhiozzo di semiconduttori, che in Usa stanno penalizzando l'industria elettronica e le Case automobilistiche.
Raimondo ha avviato un'analisi su tutta la catena di approvvigionamento, dai produttori agli acquirenti, focalizzandosi sugli intermediari: a tutte le aziende interessate è stato chiesto di fornire al ministero dati sulle scorte e sulla situazione delle consegne.
Al momento, l'adesione alla richiesta governativa è su base volontaria, ma Raimondo ha sottolineato che sta valutando l'esistenza di una base giuridica per obbligare tutte le aziende a contribuire alla valutazione in corso.
L'industria automobilistica è quella più colpita dalla politica commerciale dei produttori, che preferiscono soddisfare per prime le richieste dei big dell'elettronica, essendo la domanda da parte delle aziende automotive meno consistente e quindi con redditività minore.
Intanto, per sostenere il settore, il presidente Biden ha annunciato di aver stanziato ben 52 miliardi di dollari per favorire il rilancio della produzione interna, provvedimento su cui il Senato USA voterà nei prossimi giorni.