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Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio hanno deciso di proclamare uno sciopero generale di due giorni degli impianti di rifornimento carburanti, sia sulla rete ordinaria che autostradale, per i giorni 6 e 7 novembre prossimi.
L’agitazione dei gestori è rivolta contro la deregolamentazione del settore e alle misure più recenti.
«Governo ed Agenzia delle Entrate da una parte, le compagnie ed i retisti dall’altra, continuano a trovare il modo per adottare provvedimenti il più delle volte disorganici, confusi, dall’applicabilità altamente problematica per una rete di vendita non ammodernata e persino male mantenuta e dall’esito incerto (dalla fatturazione elettronica alla trasmissione telematica dei corrispettivi; dal DAS elettronico all’introduzione dell’ISA in sostituzione degli studi di settore che mette tutta la Categoria fuori dai parametri e ignora, colpevolmente, che il Gestore ha un margine del 2% sul prezzo di vendita; all’ obbligo di acquisto del “Registratore Fiscale Telematico”; all’indifferenza sui temi legati all’onerosità della moneta elettronica) scaricando interamente solo sui gestori responsabilità e costi che dovrebbero invece essere considerati “di sistema”. Gestori che, oltre a ciò, continuano a pagare il conto salatissimo di comportamenti tanto illegali quanto ingiustificatamente tollerati che costringono oltre il 60% della categoria a vedersi imporre rapporti contrattuali in aperta violazione delle leggi vigenti ed a subire, ancora nel 2019, l’imposizione di margini economici del 30% inferiori a quelli già riconosciuti nel 2011», si legge nella nota delle sigle sindacali.