Carburanti: rincari record e proteste dei consumatori

Carburanti: rincari record e proteste dei consumatori
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In un anno, aumento del 16% per la benzina e del 15% per il gasolio
12 maggio 2021

A fine anno, sarà stangata: è stato calcolato che l’impennata dei prezzi del carburante costerà più di 250 euro a famiglia, se non sarà subito invertito il trend di crescita.

A colpi di piccoli rincari quasi quotidiani, infatti, in dodici mesi il costo alla pompa per rifornire le automobili è salito fino a toccare il +16% per la benzina ed il +15% per il gasolio.

Ce n’è a sufficienza, insomma, per far insorgere le associazioni dei consumatori che hanno chiesto al Governo un intervento per calmierare la spesa, intervenendo subito su tasse ed accise che appesantiscono il costo dei carburanti.

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Secondo i dati settimanali del ministero dello Sviluppo Economico, i prezzi dei carburanti (in  modalità self service, la più conveniente) sono attestati a 1,588 euro al litro per la benzina e a 1,447 euro per il gasolio.

«Rispetto allo stesso periodo del 2020 - sottolinea Furio Truzzi, presidente di Assoutenti - la benzina costa il 16% in più, con un maggior esborso pari a ben 266 euro annui a famiglia per la verde, o 230 euro per il diesel. Questo significa una stangata su base annua di 6,5 miliardi di euro solo per i maggiori costi di rifornimento sostenuti dalle famiglie per colpa dei rialzi dei listini alla pompa. A tali effetti vanno poi aggiunte le ripercussioni sul fronte dei prezzi dei prodotti trasportati, dei beni energetici e dei maggiori costi sostenuti dall’industria, che finiscono per essere scaricati sui consumatori finali. Chiediamo al governo Draghi di intervenire sull’abnorme tassazione che vige sui carburanti: è intollerabile che oggi su un litro di benzina si paghi quasi il 64% di tasse - e per il gasolio siamo al 60,7% - a causa di IVA e accise che nessun governo ha mai avuto il coraggio né di tagliare, né di sterilizzare quando si verificano forti rialzi delle quotazioni».

«Ora che stanno per arrivare le riaperture e per allentarsi le misure di lockdown - sottolinea Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori - non solo riparte la corsa dei prezzi dei carburanti: per trovare livelli così alti per la benzina bisogna andare indietro fino alla rilevazione del 13 gennaio 2020, quando arrivò a 1.594 euro al litro e per il gasolio al 10 febbraio 2020 quando si attestò a 1.451 euro al litro. Da inizio anno, in cinque mesi un pieno da 50 litri è aumentato di 7 euro e 32 cent per la benzina e di 6 euro e 41 cent per il gasolio».

Alla denuncia si unisce il Codacons: «Rispetto a maggio dello scorso anno - sottolinea il presidente Carlo Rienzi - la benzina costa il 16,3% in più, mentre il gasolio è cresciuto del +15,3%: quindi, un pieno di benzina per un’auto di media cilindrata si pagano 11,1 euro in più e 9,6 euro per il gasolio. Inoltre, agli effetti diretti della corsa dei carburanti vanno poi aggiunti quelli indiretti: l’aumento dei listini alla pompa determina rincari a cascata sui prezzi al dettaglio per via dei maggiori costi di trasporto. Il rischio è di una maxi-stangata per i consumatori, con rincari a cascata in tutti i settori».

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