Carburanti: prezzi in calo, ripartono i consumi. Ma non sono buone notizie

Carburanti: prezzi in calo, ripartono i consumi. Ma non sono buone notizie
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La guerra commerciale tra i Paesi produttori di petrolio ha ripreso vigore, abbattendo nuovamente il prezzo dell'oro nero sui mercati. In Italia però continuiamo a pagare benzina e gasolio molto più dei nostri vicini di casa europei
24 marzo 2015

Dopo una rallentamento, la guerra commerciale tra i Paesi produttori di petrolio ha ripreso vigore, abbattendo nuovamente il prezzo dell'oro nero sui mercati internazionali. Una condizione che si verifica da quando gli Arabi, i più grandi estrattori di greggio del Pianeta, sono impegnati a stracciare i loro listini nel tentativo di mandare fuori mercato lo shale oil americano (il petrolio ricavato dagli scisti bituminosi). 

Il barile ai minimi storici

La guerra dei prezzi ha fatto toccare il minimo storico al prezzo del barile e con il passare dei mesi sono iniziati a calare i listini delle compagnie petrolifere, anche in Italia. Non a caso i consumi di carburanti per autotrazione hanno ripreso, seppur molto timidamente, a crescere nel nostro Paese. In particolare, i consumi di benzina e gasolio auto a gennaio e febbraio 2015 hanno totalizzato 5,793 miliardi di litri, contro i 5,769 miliardi dello stesso bimestre 2014 (+ 0,4%).

 

«Certo l'aumento dei consumi - precisa Gian Primo Quagliano presidente del Centro Studi Promotor - è molto contenuto, ma il segnale è comunque positivo e va quindi sottolineato. Non vi sono invece elementi per valutare se la riduzione dei prezzi dei carburanti stia influendo positivamente anche sulle vendite di autoveicoli. Sta di fatto comunque che le immatricolazioni di autovetture sono aumentate del 10,9% in gennaio e del 13,2% in febbraio».

carburanti
In Italia, come sempre, c'è davvero poco da rallegrarsi

 

Mentre i consumi crescono, grazie ai prezzi un po' più vantaggiosi gli automobilisti hanno anche iniziato a risparmiare. Nei primi due mesi di quest'anno infatti la spesa alla pompa si è attestata su 8,193 miliardi di euro, contro i 9,592 miliardi del bimestre 2014 (-14,6%).

C'è davvero da rallegrarsi?

In ogni caso noi Italiani siamo quelli che in Europa, come al solito, possono rallegrarsi di meno. Nonostante il Governo infatti abbia deciso di non aumentare ulteriormente le accise, come era previsto dal decreto legge sull’Imu del 2011, sui prezzi al distributore in Italia continua a gravare una tassazione spropositata (accise + IVA).

 

Per comprendere le proporzioni della nostra sciagurata condizione basta un semplice esempio. Grazie ai ribassi del greggio infatti, i prezzi in Spagna, per esempio, sono arrivati a toccare quota 1,0 euro/litro per il gasolio e 1,10 euro/litro per la benzina. E la penisola iberica non è di certo una regione che non ha subito gli effetti della crisi economica, anzi!

I prezzi in Spagna, per esempio, sono arrivati a toccare quota 1,0 euro/l per il gasolio e 1,10 euro/l per la benzina

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1 euro al mese

 

In Italia invece non si riesce a scendere oltre quota 1,40 €/l per il gasolio e 1,50 €/l per la benzina, proprio a causa delle innumerevoli imposizioni fiscali che si sono sedimentate sul prezzo dei carburanti nel corso degli anni. Per ogni litro di carburante venduto nel nostro Paese si è calcolato che circa 1 euro (!) finisce nelle tasche dell'Erario

 

Se ci aggiungiamo poi i “fisiologici” (e interessati) ritardi con cui le compagnie adeguano i listini dei distributori in base ai ribassi del barile e i rincari di benzina e diesel che già si iniziano a ventilare in vista delle vacanze pasquali capiamo come la situazione non sia delle più rosee. Come a dire: in Italia va bene pagare un po' meno i carburanti, ma senza esagerare...

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