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I prezzi dei carburanti in Italia continuano a crescere inesorabilmente, facendo segnare giorno dopo giorno nuovi e preoccupanti record. L’ultimo si è registrato ieri a Panarea, nelle Isole Eolie, dove il prezzo della verde ha toccato quota 2,45 euro/l. In ogni caso non è necessario andare a prendere un esempio isolato come quello di Panarea, che naturalmente rappresenta un picco di prezzo dovuto al fatto che si tratta di un’isola, per imbattersi in prezzi fuori controllo.
A fronte di quotazioni internazionali dei prodotti in leggero ribasso per effetto cambio infatti, il costo dei carburanti si rivela ancora in leggera salita. Il prezzo medio della benzina in Italia arriva a quota 1,928 euro al litro, mentre quello del diesel si ferma a 1,810. I picchi di prezzo invece scontano l'ennesimo record territoriale della "verde" in alcune Regioni del Centro, dove gioca il fattore addizionali, con 2,019 euro al litro, mentre il diesel staziona a 1,850.
Il vero problema è rappresentato dal fatto che nel prossimo futuro la situazione non sembra destinata a migliore. L'Amministratore Delegato di Eni infatti, Paolo Scaroni, ha confermato che gli sconti del fine settimana finiranno come annunciato il prossimo 3 settembre e che non ci saranno proroghe.
Anche le altre compagnie petrolifere per il momento sembrano intenzionate a non portare avanti le promozioni del fine settimana. Al momento, infatti, non solo la promozione del Cane a sei zampe scade nel prossimo weekend, ma anche quella della Esso e, almeno sulle autostrade, anche di Api/Ip, che sta valutando come comportarsi sulla rete ordinaria.
In ogni caso tutti precisano che i prezzi record sono da attribuire alle varie addizionali regionali, ma anche ai differenziali di prezzo dovuti alle difficoltà di approvvigionamento, in particolare nelle piccole isole, come appunto l'arcipelago siciliano, da sempre in testa alla classifica dei prezzi.
I prezzi praticati, dunque, non sono uguali dappertutto. Prendendo in considerazione il prezzo massimo consigliato di 1,924 euro al litro (omogeneo sul territorio) e facendo due calcoli si scopre che oggi per un pieno occorrono circa 96 euro, contro gli 80 dell'agosto 2011.
Sono 16 euro in più che, avvertono Adusbef e Federconsumatori, su base annua rappresentano una stangata per gli automobilisti pari a 768 euro, di cui 420 in termini diretti (per i pieni di carburante) e 348 euro in termini indiretti, per i costi di trasporto che inevitabilmente ricadranno sulla determinazione di prezzi e tariffe.
Sono tante, allora, le soluzioni proposte per incidere sul settore e, quindi, sui prezzi. Adusbef e Federconsumatori chiedono al Governo di accelerare sulla liberalizzazione e di ribaltare l'andamento della tassazione. Il Codacons conferma lo sciopero dei consumatori per il 19 settembre, invoca l'intervento della Guardia di Finanza e chiede un sito Internet con i prezzi dei distributori.
La Cisl punta su un riordino delle accise, mentre la Faib Confesercenti ritiene urgente una revisione della tassazione sui prodotti petroliferi. Un folto gruppo di associazioni, infine, si appella al Ministero dell'Economia perché spinga l'Eni a continuare sulla strada degli sconti fino a fine anno.
Fonte: Ansa