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Siamo nel pieno dell'estate, ci si prepara per raggiungere le mete di vacanza e, puntuali, arrivano anche quest'anno i soliti rincari sui prezzi di benzina e gasolio. Nelle ultime settimane infatti abbiamo assistito a lievi ma continui ritocchi ai listini di quasi tutte le compagnie, comprese quelle low-cost.
La crisi egiziana non può aver influito sugli ultimi rincari
Secondo alcuni l'aumento dei prezzi praticati alla pompa sarebbe da ricondurre alle forti tensioni che si sono sviluppate in Egitto, dove la popolazione si è riversata nelle strade per protestare contro il governo, che è stato poi destituito dai militari. Il Paese nordafricano non è un produttore di petrolio, ma ha il controllo sul canale di Suez, dove transitano le petroliere provenienti dai Paesi arabi, che forniscono la maggior parte dell'oro nero ai Paesi europei.
Questa ipotesi però, molto cara evidentemente a chi si occupa di ritoccare al rialzo i listini, non ha alcun fondamento dal momento che i carburanti in vendita in questi giorni presso la rete distributiva nazionale sono stati acquistati mesi fa dalle compagnie petrolifere e quindi ben prima dell'inizio delle tensioni in Nord Africa. Proprio per questo motivo il Codacons (Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dell'Ambiente e dei Diritti degli Utenti e dei Consumatori) ha deciso di inviare un esposto alle Procure della Repubblica e di Milano, oltre cha all'Antitrust, perché verifichino che i rialzi siano giustificati da motivazioni reali e concrete.
La benzina arriva a 1,86 euro al litro
Fatto sta che ultimamente le medie nazionali del costo dei carburanti si attestano a cifre vicine a 1,84 euro al litro per la benzina e a 1,74 euro al litro per il diesel, con il Gpl che si ferma a quota 0,775. In ogni caso non mancano punte allarmanti che sfiorano quota 1,86 e 1,74 euro al litro, rispettivamente benzina e diesel, con il Gpl che arriva a toccare un prezzo di 0,819.
“I carburanti in vendita in questi giorni presso la rete distributiva nazionale sono stati acquistati mesi fa dalle compagnie petrolifere e quindi ben prima dell'inizio delle tensioni in Nord Africa”
Al di là degli aumenti delle ultime settimane, il prezzo dei carburanti in Italia si mantiene ancora troppo elevato a causa delle tasse e delle accise che continuano a gravare sul costo di benzina e diesel. Negli ultimi dieci anni infatti sono state introdotte sette nuove voci di prelievo indiretto sui costi dei carburanti, ma nel frattempo continuiamo a pagare quelle accise introdotte per finanziare emergenze e catastrofi naturali nazionali ormai passate e risolte da tempo immemore.
Come si vede chiaramente dallo schema riassuntivo riportato qui sotto, dal 1935 ad oggi sono state introdotte 16 accise, ma nessuna di queste è stata poi cancellata, tanto che ancora oggi ci ritroviamo a finanziare la guerra di Etiopia del 1935 o la ricostruzione del terremoto del Friuli del 1976.
Le accise che pesano sul costo dei carburanti
1) 0,000981 euro: guerra di Etiopia del 1935-1936
2) 0,00723 euro: crisi di Suez del 1956
3) 0,00516 euro: disastro del Vajont del 1963
4) 0,00516 euro: alluvione di Firenze del 1966
5) 0,00516 euro: terremoto del Belice del 1968
6) 0,0511 euro: terremoto del Friuli del 1976
7) 0,0387 euro: terremoto dell’Irpinia del 1980
8) 0,106 euro: guerra del Libano del 1983
9) 0,0114 euro: missione in Bosnia del 1996
10) 0,02 euro: rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004
11) 0,005 euro: acquisto di autobus ecologici nel 2005
12) 0,0071 euro: finanziamento alla cultura nel 2011
13) 0,04 euro: gestione degli sbarchi degli immigrati dopo la crisi libica del 2011
14) 0,0089 euro: alluvione in Liguria e Toscana del novembre 2011
15) 0,082 euro: decreto “Salva Italia” nel dicembre 2011
16) 0,02 euro: terremoto in Emilia del 2012
Sul prezzo finale dei carburanti però non gravano soltanto le accise ma anche l'imposta di fabbricazione sui carburanti e soprattutto l'Iva (attualmente al 21%, anche se forse questa percentuale è destinata tristemente a salire ancora), a cui in certi casi si devono sommare anche eventuali imposte regionali.
Paghiamo il diesel più caro d'Europa
Il risultato è che ad oggi (dato aggiornato al 14 luglio 2013), sulla benzina Iva e accise incidono per il 59% del prezzo praticato alla pompa, mentre per il diesel si parla di una percentuale di poco inferiore, pari al 55%. Il dato è davvero sconfortante se si considera che in Europa solo l'Olanda presenta un presenta un prezzo della benzina più caro di quello praticato nel nostro Paese, mentre per quanto riguarda il diesel non ci batte nessuno, dal momento che quello venduto in Italia è in assoluto il più caro del Vecchio Continente.
Il ministro Zanonato ai petrolieri: «Niente aumenti d'estate»
Proprio oggi sembra iniziare ad emergere qualche timido segnale che potrebbe portare nei prossimi giorni almeno ad un'inversione di tendenza. Il ministro dello Sviluppo Economico Falvio Zanonato infatti, in occasione della posa della prima pietra del nuovo elettrodotto Italia-Francia, ha dichiarato ufficialmente di aver già predisposto un richiamo ai petrolieri per chiedere di non applicare aumenti nella stagione di maggior consumo di carburante.