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Premesso che secondo chi scrive l’industria dell’auto e soprattutto i governi hanno altro di più urgente nell’immediato, di cui preoccuparsi prima di certi temi tecnici futuribili, la guida autonoma rimane un tema caldo, impattante sull’economia a lungo termine e molto mediatico. Tipica la domanda che circola, da tempo e con risposta sempre variabile: "Quando arriveranno davvero in strada le auto a guida autonoma, di Livello5?".
Polemiche e giuste limitazioni per le sperimentazioni, con progetti che vengono bruscamente sospesi (vedi Uber) non fermano certo un cammino tracciato. Se qualcuno (vedi Waymo) si preoccupa di divulgare conoscenza sul tema, utile specie per anticipare la dovuta sicurezza con nuovi comportamenti da tenere, altri non si fermano nei test. I prossimi step delle aziende che vogliono entrare sul mercato sono quelli di far viaggiare le auto controllate da intelligenza artificiale su percorsi più congestionati e difficili, come quelli delle grandi capitali. Per ora l’Italia è un terreno che non verrà toccato ma, fino a quando? La stessa, cara, FCA rinvigorita nei capitali parla di potenziale messa in strada per auto a guida 100% robotizzata nel 2023.
Ultima notizia è quella che la grande Ford ha concordato nientemeno che con l’amministrazione di Washington D.C. l’utilizzo di una propria piccola flotta auto con guida autonoma: nel 2019 si partirà con poche vetture gestite dall’intelligenza artificiale Argo, per poi crescere in quantità, percorsi e servizi. La grande capitale americana segue Miami, Detroit e Pittsburgh. Secondo i piani della Casa dell’ovale blu, i servizi per la cittadinanza e per le aziende da parte di vetture a guida autonoma potranno crescere esponenzialmente ed essere pronti all’uso dopo un paio d’anni di sviluppo sul campo, quindi nel 2021. Questa è l’America, dove pur dopo un incidente mortale, il cuore della politica nazionale decide di contornarsi di auto ai più sconosciute per le quali servono soprattutto nuove norme, non facili da dettare e nemmeno prive di interessi forti che vi “gravano” dietro.
In Europa ecco l’Inghilterra, dove Nissan e Jaguar Land-Rover hanno mosso già alcuni passi nei test in zone periferiche, che compie uno step verso la guida autonoma nelle grandi capitali. Londra si potrebbe muovere quindi prima di altre città europee verso servizi di trasporto pubblico con guida autonoma, sulle proprie strade. Non subito con in USA, visto che il progetto di Addison Lee è previsto operativo nell’arco dei prossimi tre anni. Il gruppo che gestisce qualche migliaio di auto in servizio taxi e noleggio privati, ha pianificato lo sviluppo della guida autonoma con software Oxbotica, ma insieme ai passeggeri sarà comunque presente, per questioni normative, un conducente in “stand-by”. Tra i servizi c'è ovviamente anche quello per cerimonie e scherzando su un tema serio, già ce la vediamo la freddezza del futuro: "sposini che arrivano al matrimonio sull'auto guidata dal più caro amico, quello che li ha fatti conoscere, ...Ah, no: era una App, della stessa software-house che guida l'auto".