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Un imprenditore geniale e visionario, determinato, concreto. Non certo dei più illuminati. E' questa, banalizzando certo, l'immagine che si ricava dalla storia professionale di Jeff Bezos.
In passato il fondatore di Amazon è stato più volte criticato sia per quanto poco avrebbe donato alla collettività, se paragonato ad altri miliardari, sia per lo scarso impegno finora dimostrato in termini di sostenibilità ambientale, che per la gestione dei dipendenti delle sue aziende, ritenuta troppo poco rispettosa delle condizioni di lavoro, frutto della sua - vera o presunta tale - della sua ossessione per la produttività e per il rispetto delle scadenze.
Sul primo fronte, si contano a centinaia i dipendenti scesi in piazza e sui social per protestare contro le politiche ambientali dell'azienda arrivando a violare le norme interne sulla comunicazione che non consentono di fare commenti pubblici sulle attività aziendali senza autorizzazione, e chiedendo che il colosso faccia di più perché la promessa del gruppo di azzerare le emissioni di carbonio entro il 2040 non è sufficiente.
Del resto, parliamo di una società che fa ogni anno miliardi di consegne nel mondo con tutto quello che ne consegue in termini di inquinamento, senza contare il consumo dell'enorme ammontare di elettricità per le alimentare le infrastrutture che erogano servizi in cloud computing.
A proposito di risorse umane, invece, ha destato un certo stupore l'impiego dei cosiddetti Amazon Warrios, gli ex militari assoldati dal gruppo con la responsabilità di motivare e far crescere le squadre di dipendenti portando il loro bagaglio di esperienze.
Nei fenomeni visti finora rientra in pieno il grande annuncio di “restituzione” che Jeff Bezos ha postato sul suo account Instagram a proposito del maxi-fondo che ha intenzione di rendere operativo entro l'estate e che prevede un investimento (di tasca propria) di 10 miliardi di dollari (cioè quasi il 10% del suo patrimonio personale), destinati al finanziamento di progetti e ricerche a tutela dell'ambiente.
“Il denaro - ha scritto il tycoon - andrà ad aziende di piccole e grandi dimensioni, Stati, organizzazioni, scienziati e attivisti, poiché la Terra è l'unica cosa abbiamo in comune e dobbiamo proteggerla insieme”.