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Paul Ricard – Il primo roll-out - che ha preso il via nella giornata di ieri e che sta proseguendo in quella di oggi - della Porsche Carrera Cup 2014 sul tracciato di Le Castellet, ha permesso ai piloti e ai Team qui giunti di iniziare a prendere contatto con la nuova vettura - ovvero la Porsche 911 GT3 M.Y. 2014, un’auto completamente rinnovata rispetto alla 997 che l’ha preceduta – oltre che a prender confidenza con il tracciato in cui si correrà l’unico appuntamento estero dei 7 previsti durante la stagione che si appresta ad iniziare il prossimo 10 Maggio a Misano.
Ma quanto sopra elencato non è stata la sola finalità di questa due giorni di test. Come precedentemente precisato nell'articolo sul roll-out, la filiale italiana della Casa di Weissach ha un altro grande obiettivo: portare un giovane connazionale, un domani, a divenire un pilota ufficiale Porsche, facendolo crescere non solo come driver ma formandolo anche come un vero professionista.
Questo sogno è qua condiviso con la Casa tedesca da Matteo Cairoli, un giovane di 17 anni, di Como, al momento impegnato in Formula Renault ALPS e nel V de V, e che si appresta a prendere parte anche alla Porsche Carrera Cup Italia 2014. Un giovane che ha dimostrato di essere veloce, sin dal primo contatto con la 911 GT3 Cup, una vettura profondamente diversa da quelle a cui è abituato e con cui sta prendendo confidenza in maniera molto veloce. Lo abbiamo intervistato per comprendere chi è e cosa punta a fare.
Cosa ti ha colpito di questa vettura?
«Diciamo che la prima GranTurismo che ho provato, la Ferrari 458 Italia, l’ho trovata molto più semplice da guidare rispetto a questa, ma meno emozionante rispetto alla 911».
In che senso meno emozionante?
«A me piace trovare il limite risolvendo i problemi».
Nella prima giornata di testa hai commesso un errore in frenata. A cosa è stato dovuto? All’assenza dell’ABS?
«No. Il maggior problema è stato dovuto al ripartitore. Una volta sistemato, la frenata è divenuta OK. Ho caricato di più il posteriore. Sono salito sulla vettura come mi era stata lasciata. Sapevo che la 997 era dotata dello stesso impianto frenante della versione stradale (la 991 monta un impianto PFC, ndr) e quindi più facile da gestire in frenate al limite. Per il resto la vettura è fantastica, poi io sono un fanatico della Porsche».
Coma mai sei porschista d’indole?
«Mio papà mi ha trasmesso la passione».
L’anno scorso in che Campionato hai corso?
«Nella Formula 3 tedesca con ADM Motorsport, però abbiamo avuto dei problemi all’inizio della stagione in quanto non abbiamo avuto un budget adatto per fare le cose come andrebbero fatte e ho iniziato il Campionato facendo solo due test a Franciacorta prima di andare nelle piste “vere”».
Tu sei giovane, pensi che si possa ancora puntare alla Formula 1?
«No. Perché so già che se non arrivassero degli sponsor non ci sarebbero chance di arrivarci perché economicamente sarebbe impossibile».
“La prima GranTurismo che ho provato, la Ferrari 458 Italia, l’ho trovata molto più semplice da guidare rispetto a questa, ma meno emozionante rispetto alla 911”
L’obiettivo quindi qual è?
«L’obiettivo è diventare un professionista. Essere pagato per correre».
Quindi nel 2014 avrai un doppio impegno?
«Formula Renault ALPS e probabilmente qualche gara con le GranTurismo, qui (nella Porsche Carrera Cup Italia, ndr), io sono diretto qui. L’importante è non avere gare in concomitanza».
Quand’è stata la prima volta in cui hai potuto provare un’auto?
«La prima volta in cui ho potuto provare un’auto da corsa è stato dal 9 al 12 luglio del 2012 a Vallelunga in occasione del corso federale. In quell’anno ho anche effettuato una gara in Formula Renault andando a podio».
In totale quante gare hai fatto?
«Nel tedesco ho fatto 27 gare».
Che ambizioni hai nella Carrera Cup?
Io vorrei puntare subito in alto, se no tanto vale correre».
Come ti sei trovato con il Team?
«Molto bene e ringrazio tutti per avermi dato questa opportunità».
Con le vetture Formula invece? Quali sono gli obiettivi per quest’anno?
«Io quest’anno sono ancora lì e ce la metterò tutta per fare il meglio possibile. Tanto in ogni caso anche se vincessi il Campionato dopo non avrei comunque la possibilità di continuare. Potrei magari trovare qualcuno in grado di aiutarmi per la World Series, ma oltre la World Series non si può andare. Se non hai il conto in banca giusto non si può fare nulla».
A scuola il fatto che sei un pilota lo tollerano o te lo fanno pesare?
«Mi aiutano tantissimo e devo ringraziarli in quanto non mi mettono pressione dato che sono sempre in giro. Quest’anno ho 40 gare da fare…».
Con le gomme come ti sei trovato?
«Sono abbastanza difficili da capire perché non sai mai il limite dov’è, però una volta presa confidenza con la vettura diventa tutto più facile».