C3Max @Pedavena Croce d'Aune 2016: vittoria di classe per Perucca

C3Max @Pedavena Croce d'Aune 2016: vittoria di classe per Perucca
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Lo scorso weekend il nostro Emiliano Perucca Orfei è stato impegnato nell'ultimo appuntamento del Campionato Italiano Velocità Montagna. Ecco come sono andate le cose
11 ottobre 2016

Non vedevo l'ora di correre la Pedavena Croce d'Aune per diversi motivi. Il primo è puramente geografico/campanilistico, visto che sono nato e vivo in Veneto, mentre quello più serio è strettamente legato alle caratteristiche della corsa che mi è sempre stata narrata come una delle più belle e selettive dell'intero panorama delle salite italiano. Difficile dire il contrario, soprattutto quest'anno: oltre ai sette km di asfalto che dividono Pedavena da Croce d'Aune, il freddo e la pioggia hanno giocato un ruolo importante nei destini della corsa rendendo tutto più difficile e selettivo, sotto ogni punto di vista.

Ma andiamo con ordine e partiamo dal venerdì di gara: dopo la burocrazia e le strette di mano con gli organizzatori (tra cui il bravissimo Direttore di corsa Walter Robassa) mi sono preso il solito tempo per andare a conoscere la salita. Sarà stata la stanchezza di un periodo molto intenso al giornale, sarà stato il feedback della Citroen Visa Chrono utilizzata anche come apripista, ma dopo cinque/sei passaggi la strada non mi era ancora entrata in testa. Non mi era mai capitato: solitamente in due/tre giri, Trento Bondone a parte, ero sempre riuscito a ricordare i punti salienti della corsa ed invece questa volta, non senza un alone di sconforto, mi rendevo sempre più conto di essere lontano anni luce da dove avrei dovuto essere. Levate le prime quattro curve ed il tornante, sapevo che c'erano tre esse ma ricordarmi come dove e perchè...

Mangio un boccone alla Birreria Pedavena, bevo una bella birra del Centenario e vado a letto pensando che l'indomani sarebbe stato un altro giorno. Mi alzo di buon umore, mi infilo nell'abitacolo della C3 Max e mi porto al via in un trenino di auto da corsa che coreograficamente si muove dal parcheggio della mitica "fabbrica" alla partenza della corsa. Mi ripeto di andare tranquillo e di memorizzare quello che non ho memorizzato ieri.

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Subito dopo la partenza, però, si accende qualcosa e magicamente la sequenza di curve che ieri non ricordavo lentamente mi entra in testa. Ho la netta sensazione di conoscerla, anche se ritengo di doverle dare del lei fino in vetta. Vado piano, sono a 17 secondi dal decano delle salite Cimarelli (Alfa Romeo 156 2000 Superturismo) ma la cosa non mi preoccupa visto che è sempre così. Inizio a pensare che il pomeriggio, nella seconda libera, avrei potuto fare molto meglio. Peccato che il freddo e l'acqua rovinino i piani...

Parto comunque con l'obiettivo di fare meglio del 4'37" della prima prova e tra una curva e l'altra sento di avere più confidenza. Vado e mi sembra di andare anche forte, tanto che nelle tre esse inizio a forzare il passo molto più del mattino. Niente male. Chiudo in 4'30" ad una decina di secondi da dove dovrei essere. Riporto la macchina al paddock, parlo con Gianpaolo Gori d'assetti e strategie per l'indomani e dopo il dejavù culinario serale mi rimetto a letto con un gusto completamente diverso in bocca: sento di poter fare una bella corsa e di potermi congedare dalla Citroen C3 Max con un buon risultato. Devo solo crederci perché la macchina c'è e la "consapevolezza" della strada aumenta.

Riporto la macchina al paddock, parlo con Gianpaolo Gori d'assetti e strategie per l'indomani e dopo il dejavù culinario serale mi rimetto a letto con un gusto completamente diverso in bocca: sento di poter fare una bella corsa e di potermi congedare dalla Citroen C3 Max con un buon risultato. Devo solo crederci perché la macchina c'è e la "consapevolezza" della strada aumenta

Mi alzo presto, guardo in alto, ha piovuto e le nuvole non preannunciano niente di buono. Prendo la Visa Chrono e mentre raggiungo l'albergo dei miei meccanici (esattamente all'arrivo della corsa) ripercorro anche mentalmente la strada cercando di anticipare quello che arriverà. La conosco e questo mi riempie di gioia mentre quello che vedo per terra - umido - non mi convince: Gianpaolo monta in macchina ed inizia come al solito a rassicurarmi sulla tenuta delle slick sul bagnato. Sono il primo a pensare che le rain servano solo in caso d'acqua ma poi quando devi metterti al volante pensi sempre ad una soluzione "safe". Il pensiero di distruggere un esemplare unico come la C3 Max non mi fa mai stare tranquillo nell'indecisione...

La gara inizia alle 9.30 e nel frattempo spunta un timido sole: scalda poco ma assieme al passaggio delle auto asciuga e quando è il mio turno - 11 circa - è praticamente tutto asciutto tranne l'ultima parte che invece è molto scivolosa. Giro in 4'30" che è sostanzialmente lo stesso tempo di ieri ma con un plus: ieri era tutto asciutto. Quindi è come se avessi migliorato di 10 secondi. Sono primo di classe E1-1.6t e penso che il pomeriggio avrei potuto fare di nuovo il colpaccio andando a podio nel raggruppamento E1-Italia, cosa che mi era già riuscita in altre corse. Penso e ripenso alla strada e ma nel frattempo, inizia a piovere all'arrivo.

La gara inizia alle 9.30 e nel frattempo spunta un timido sole: scalda poco ma assieme al passaggio delle auto asciuga e quando è il mio turno - 11 circa - è praticamente tutto asciutto tranne l'ultima parte che invece è molto scivolosa. Giro in 4'30" che è sostanzialmente lo stesso tempo di ieri ma con un plus: ieri era tutto asciutto. Quindi è come se avessi migliorato di 10 secondi. Sono primo di classe E1-1.6t

Tre km di pioggia mi dicono al telefono, gli ultimi tre, quelli più scivolosi. Non ho motivo di non crederci tanto che vedo anche altri avversari partire con le rain. Decido di montare anch'io le gomme da baganato, anche contro la volontà di Gianpaolo, e mi presento al via: sull'asciutto capisco subito che l'auto con queste gomme non ne ha ma tengo duro sperando nell'annunciata acqua quattro km più in alto. Man mano che salgo, però, mi rendo conto che la situazione non è quella descritta: sì, la strada è un po' scivolosa, ma di pioggia nemmeno l'ombra e le uniche curve in cui le rain hanno davvero fatto la differenza sono state le ultime due. Per il resto con una slick si sarebbe potuti andare molto più forte. Risultato? Un tempo di 7 secondi più lento del mattino nonostante i maggiori rischi presi durante il percorso.

Sono veramente dispiaciuto perché avrei voluto chiudere la carriera della C3Max in salita con un bel podio nella classe superiore. Ci accontentiamo della classe 1.6t ma è forte la sensazione di non aver sfruttato al massimo il potenziale di una vettura davvero eccezionale. Vorrei ringraziare Citroen Italia, Pirelli, Procar, tutti gli organizzatori degli eventi a cui abbiamo partecipato e l'ufficio stampa del CIVM con la quale abbiamo collaborato per realizzare al meglio questi servizi dai campi di gara. Al prossimo anno!

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