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Fino a qualche anno addietro manco avremmo detto potesse esistere, eppure un'associazione globale come la nuova 5GAA da qualche anno opera e riunisce aziende importanti interessate alla tecnologia 5G, applicata all’auto. Proprio 5GAA, ha permesso di riunire a Torino alcuni operatori dell’automotive connesso in questi giorni e non solo noi, ma anche il sindaco torinese, abbiamo potuto provare versioni prototipali interessanti, sostanzialmente pronte all’uso. Con il C-V2X (Cellular Vehicle-to-Everything) si consente la comunicazione dei veicoli con il cloud, con gli altri veicoli e con l’ambiente. Una valanga di nuovi sistemi e servizi che potremmo trovare già oggi su molte auto, qualora si muovessero dove ci sia copertura rete 5G valida in mezzo ad altri veicoli parimenti connessi.
È vero, serve anche un’interfaccia, degli algoritmi e poi delle unità di comando in vettura… Poi la mole di dati e i sistemi operativi sempre “on air” a monte (nei centri traffico locali). Ma è tutto fattibile e meno complesso, almeno da far partire, di quello che sembra o già non sia fatto per altri settori. Perché attenzione: ci andiamo vicino ma non parliamo di guida autonoma, bensì di ADAS che… Escono dalla singola vettura per allacciarsi con altri ADAS e la rete, amplificando di molto le loro funzioni.
A Torino, su strada o in pista, al Lingotto, abbiamo provato vari servizi di allerta con inediti messaggi e video proposti in vettura. Sistemi non da inserire nella nuova auto elettrica, ma che trovano spazio sia su auto popolari, come Fiat 500X o Jeep Renegade, sia in modelli premium di oggi come berline BMW, SUV Audi (Q8) e Maserati (Levante e Quattroporte). Tra tutte le esperienze “assaggiate” sfiorando i rischi che la connettività evita, quelle più forti sono state riservate alla pista, ma per pure questioni di normativa, non altro. Con questi connessi più ancora che con gli ADAS obbligatori, in UE dal 2022, si potranno salvare delle vite anche in momenti di guida molto critica. Come l'acquaplaning e i “sorpassi” alla cieca. Ovvio che non bastano il costruttore auto, in queste prove torinesi soprattutto FCA e la rete (es. Vodafone). Servono anche delle Smart-tyres che sa produrre l’italiana Pirelli, oltre che l’hardware magari di Marelli, tanto per rimanere su nomi italiani che il 5G lo sanno già gestire dopo averlo sviluppato, ai giorni nostri.
Ma in campo per realizzare i “router” delle auto connesse e amministrare la parte di connettività su veicolo e nei centri dati, ci si mettono molto anche aziende di telefonia come Samsung ed Ericsson (che vanta intensa relazione con Volvo, sul fronte). Insomma, un conglomerato di attori che anni fa non avrebbero mai detto di avere a che fare con le automobili più di tanto, ma che invece si trovano tutti sotto l'unico cappello, del 5G. Parte degli interessi nella filiera sono ovviamente per le compagnie telefoniche e non a caso Vodafone ha già portato il 5G a Torino, Milano, Bologna, Napoli e Roma.
Qualche esempio di nuovo avviso per la sicurezza in auto lo si vede in gallery, con didascalia descrittiva e video, di questa pagina. Funzioni interessanti, che permetteranno di essere connessi e più tutelati anche a ciclisti e pedoni. Proprio gli utenti deboli della strada sono quelli che beneficiano di molte nuove assistenze, rivolte a loro tutela sulle auto 5G. Li si riconosce anche se non sono ancora vicini o a vista, umana; li si avvisa se sono connessi e viceversa. Discorso analogo avviene anche per le auto, tra loro quando in manovra magari.
Una miriade di nuovi acronimi, come SVW o EEBL, proprio adesso che qualcuno aveva imparato a fatica quelli recenti, come LDW ed ACC, o FCW. Vero, però servono il più diffusi possibile, questi sistemi connessi, per affinarsi e dare miglioramento reale anche a chi per strada ci va senza sedere su auto premium.
SIGLE. Le applicazioni sono a oggi divise, oltre il già detto più esteso V2X, in: Vehicle-to-Vehicle (V2V), Vehicle-to-Infrastructure (V2I), e Vehicle-to-Network (V2N), tutte basate su 4G LTE e 5G.
Servizi importanti anche per chi reputa, spavaldamente, di non essere di quelli “addormentati” al volante, capace da solo di stare alla lontana da pedoni, bici o lavori in corso, sono sicuramente quelli denominati See-through o enhanced. Per esempio si anticipa il fenomeno dell’acquaplaning. Tramite una sensoristica delle gomme Smart, si allertano i veicoli in avvicinamento che rischiano di trovarsi sorprese per la troppa acqua sul fondo. Cosa non da poco. Come non da poco è la visione con la camera altrui. Già, quando due Smartcar connesse si seguono intervallate da veicoli lenti, magari commerciali, che coprono la visibilità: per una che dietro mette la freccia, volendo superare, l'altra davanti manda la sua visione di camera per dare percezione completa a chi vuole eseguire la manovra.
Tutte attività utili, quelle permesse dal 5G in vettura. Ma anche tutte da regolamentare. È più per quello che per la tecnologia, operativa già oggi, che ancora non sono disponibili i primi sistemi, restando solo in fase test. Leggi, con regole globali da uniformare, rendendo tutto complementare e condivisibile, ma rimanendo nel diritto alla privacy. Non sarà immediato e soprattutto non uguale in tutto il mondo, ancora per un po’.
Lo sviluppo dei primi modelli definitivi, con obiettivo commerciale e non solo di demo, partirà il prossimo anno, se tutto va bene. Fino a oggi si percorrono sviluppi senza certezze di regole uniformi per l’applicazione in serie. Peccato, perché non si tratta di tutele troppo onerose o proibite per le piccole auto generaliste che la massa utilizza. Comunque vada, sistemisti come Marelli o “telefonisti” come Ericsson, insieme a Vodafone e TIM, tanto per dirne alcuni noti, hanno un futuro spianato: da fornitori di impianti automotive che man mano la comunità potrebbe anche rendere obbligatori.
Perché utili molto prima della troppo remota guida autonoma, quella che sfruttando sostanzialmente un hardware analogo sostituisce troppo allerte e servizi con una intelligenza artificiale per la quale non siamo minimamente pronti, in Italia. Non lo sono le infrastrutture e i percorsi, tutt’altro che smart. Il prossimo passo sarà vedere la diffusione della rete 5G non solo a Barcellona o in qualche quartiere di Torino e Milano, ma in tutti i capoluoghi. Quello che accadrà poi, in gestione o miglioramento globale, anche per i costi, è tutto da vedere a lungo termine. Il rischio è che ad ogni utile nuova attività di sicurezza connessa, potranno associarsi anche servizi accessori, dotazioni magari a pagamento, spinte più per intrattenimento, che per altro.
Ecco una breve lista, con esempio, di servizi utili alla sicurezza che appena il 5G sarà “sdoganato” molti costruttori sono pronti a mettere in vettura. Verosimilmente tra meno di cinque anni, anche in Europa parecchi modelli in strada nei mercati evoluti e con rete 5G disponibile, ne saranno dotati
Utenti della strada vulnerabili. Pedone o bicicletta che attraversa e un dispositivo connesso, munito di camera, invia un’allerta ai veicoli in prossimità (I2V).
Sistema urbano di allerta georeferenziata. Il Servizio Trasporti e Viabilità del Comune segnala in tempo reale le potenziali situazioni di pericolo e di viabilità modificata (ingorghi, lavori, limiti dinamici, ecc.). Solo i veicoli coinvolti ricevono la segnalazione geolocalizzata.
IMA ed FCW (V2V). Le due Maserati Levante e Quattroporte del test, comunicano su base anonima alcune informazioni basilari. Il Forward Collision Warning rileva il pericolo di collisione e mette in allerta il conducente. L’Intersection Movement Assist assiste in prossimità degli incroci, prevenendo una collisione con veicolo in arrivo.
EEBL e SVW. Con lo Stationary Vehicle Warning all'attivazione delle luci di emergenza, l’applicazione trasmette un messaggio a tutti i veicoli che si trovano in prossimità. Con Emergency Electronic Brake Light warning in caso di frenata improvvisa, l'applicazione trasmette un messaggio ai veicoli che seguono.
See-through (C-V2X). Scambio di video in streaming in tempo reale tra veicoli, allargando il raggio visivo del conducente in contesti di visibilità limitata e per la prevenzione di incidenti, soprattutto nella fase di sorpasso.
ADAS 5G-enhanced. Occhiali dotati di monitoraggio oculare, pneumatici intelligenti, realtà aumentata e telefoni 5G in una sinergia live su rete (sia tutela pedoni o bici, sia avvisi e dati, da un veicolo che anticipa l'altro piuttosto che manda info da suo luogo di incidente).