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C'era una volta la berlina, o sedan, per dirla all'americana, un tipo di carrozzeria che ormai sopravvive nell'Est Europa e in qualche mercato orientale, Cina soprattutto. In Europa ed in particolare in Italia sono praticamente scomparse, schiacciate prima dalle station wagon e successivamente dai SUV nelle preferenze dei consumatori. Perché?
Sicuramente ci sono delle motivazioni di carattere estetico, perché i gusti si evolvono e più se ne vendono e più gli sport utility diventano popolari. Lo dicono le statistiche delle vendite, sia europee che americane. Per questo le Case si adeguano.
Qualcuno, come Ford, si è spinto ad annunciare ufficialmente che le attuali berline Fiesta, Fusion e Taurus al termine del loro ciclo di vita, nel 2020, saranno rimpiazzate da altrettanti sport utility di dimensioni diverse.
Prendiamo l'Alfa Romeo Giulia, per esempio: lanciata la berlina, il passo più naturale per vivacizzarne le vendite fino a qualche tempo fa sarebbe stato quello di realizzare la versione familiare. Invece niente: «In questo momento non sono convinto se dare priorità a fare una station, invece di insistere sulla strategia delle SUV Alfa Romeo. Quella delle familiari, del resto, è una partita tutta e solo europea», disse Marchionne un anno e passa fa in occasione del Salone di Detroit. E infatti ecco la Stelvio, alla quale seguirà un altro SUV, forse due.
La tendenza si nota anche nel motorsport: nel DTM, un tempo regno delle berline premium, Audi, BMW e Mercedes schierano ormai le versioni coupé, mentre nel WTCR è tutto un fiorire di due volumi di segmento C.
Qualcuno ha cercato di trovare delle motivazioni più profonde che non siano limitate ai gusti del mercato in cambiamento, spesso superficialmente indicati come responsabili del fenomeno. Interessante la spiegazione che ha fornito Johan de Nysschen, presidente di Cadillac (Casa che produce le speciali berline per i presidenti USA), che poco tempo fa ha dato a Motor Trend tre motivazioni sul declino delle tre volumi in atto anche negli Stati Uniti. Certo, sono considerazioni valide per il mercato americano, ma sovrapponibili agli orientamenti delle nostre latitudini.
La prima è di carattere economico: «Accade in parte perché con il prezzo dei carburanti che in qualche modo è minore rispetto agli anni passati, la gente è meno interessata ai consumi, dunque sceglie meno le sedan perché sono più leggere ed efficienti». A ciò si può aggiungere anche l'avvento di motori più efficienti, che rendono i consumi tra SUV e berline ormai paragonabili.
La seconda ha a che fare con il ricambio generazionale: «La tendenza è anche guidata dall'ingresso di consumatori più giovani – sostiene de Nysschen -, che apprezzano sempre meno le caratteristiche dinamiche e la maneggevolezza di una vettura rispetto alla generazione precedente di appassionati. La scelta avviene maggiormente in base al modo in cui l'auto completa lo stile di vita».
La terza è legata alla qualità delle strade. Negli USA come in Italia, infatti, pare che le strade siano sempre più costellate di buche: «Credo che vi sia un po' anche l'influenza del declino delle infrastrutture americane. Quando le strade non sono più adatte per viaggiare su berline sportive ad alte prestazioni con gomme ribassate, il mercato risponde scegliendo sempre più i crossover».
Una tendenza simile investe non solo le berline a tre volumi, ma anche le city car di segmento A e B e i monovolume, ormai merce rara nei listini.