C'è un mercato "parallelo" delle auto cinesi in Italia?

C'è un mercato "parallelo" delle auto cinesi in Italia?
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L'importazione di auto cinesi in Italia, oltre ai progetti dei grandi gruppi come BYD e altri, passa per curiosi canali commerciali messi in piedi da gruppi di rivenditori più o meno conosciuti. Che a volte litigano fra di loro
2 maggio 2024

I prezzi alti e, nel periodo del Covid, la scarsità di auto disponibili ha fatto fatto crescere un po' in sordina il mercato delle auto cinesi in Italia, ma non stiamo parlando dell'arrivo dei grandi marchi in pompa magna (cosa che pure sta succedendo) ma di accordi commerciali per importare piccoli o grandi lotti di modelli "made in China" con marchi quasi del tutto sconosciuti oppure personalizzati con nomi e sigle italiane.

Il caso più famoso è quello della oramai storica DR di Massimo di Risio che da molti anni importa auto dalla Cina più o meno complete e ha da tempo un vero e proprio stabilimento a Macchia d'Isernia. In questo caso la provenienza cinese non è del tutto esplicita e, anzi, l'Antitrust sta ancora indagando per pubblicità ingannevole.

Più recente è l'esperienza di Cirelli, che dispone di un impianto di finitura e di installazione GPL a Verdellino (BG) e una rete diffusa di 50 concessionarie e officine autorizzate, ma dichiara molto apertamente di rivendere prodotti cinesi, in particolare della Dongfeng come la suv 5, il primo modello lanciato in Italia cui seguiranno altre.

Il caso China Car company (ovvero le auto DFSK) è più complesso: l'azienda ha diffuso oggi un comunicato in cui rivendica di essere l'unica distributrice autorizzata in Italia per i modelli costruiti da DFSK Motor che è una joint venture cinese del gruppo Dongfeng con la Chongqing Yu’an. China Car Company con sede a Prato (FI) e Livorno informa di avere un accordo in esclusiva come distributore e importatore unico per l'Italia dei modelli a marchio DFSK (a vero dire un po' difficile da pronunciare: che macchina hai? Una dieffessekappa; per fortuna le è stato associato il nome Glory). Sono 30 le concessionarie in Italia e la precisazione arriva probabilmente in seguito a voci che danno queste auto in vendita anche presso altri commercianti "non autorizzati" diffusesi nel corso del recente Salone di Pechino.

Questa situazione sta generando un po' di confusione, sia per quel che riguarda la provenienza delle auto, sia per le possibili conseguenze sulle garanzie in caso di guasto, nonché, e questo è forse l'aspetto più preoccupante, la disponibilità dei ricambi che purtroppo non è mai stata il punto forte degli importatori di auto cinesi in Italia, vuoi per la distanza fisica dalle fabbriche, vuoi perché la logistica capillare richiede molti soldi e perfetta organizzazione. Chi si affida a quelle che potremmo chiamare le avanguardie dell'invasione cinese è avvertito: i prezzi sono molto invitanti, ma un po' cautela è d'obbligo.

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