BYD: la pubblicità provocatoria, sveglia Europa!

di Carlo Bellati

In due parole un po' crude, la sintesi di un dato di fatto: i progressi che si fanno in Europa sulle auto a nuova energia NEV sembrano quelli di un plantigrado appena risvegliato dal letargo

di Carlo Bellati

19 marzo 2025

Se non proprio uno schiaffo, è un bello scrollone, Europa, sveglia, noi siamo il futuro. Così recita una pubblicità comparsa su Facebook che riporta al sul sito ufficiale esattamente in questi termini.

Ora, non è tanto l'offerta di incentivi Seal scontata, ma il contenuto del claim: l'Europa dorme, o almeno così appare agli occhi dell'industria cinese, di cui BYD è il più importante membro. È vero? Beh, non solo è vero, ma è anche un sonno pieni di incubi orrendi che si chiamano esuberi, chiusura fabbriche, licenziamenti, fallimenti. È inutile che ci giriamo intorno, siamo arrivati al muro in fondo alla strada (che ci siamo innalzati da soli) e andare a sbattere è questione di poco. Come disse Carlos Tavares, un profeta che le ha sbagliate tutte tranne questa, "2035? bisognerà vedere chi ci arriva nel 2035".

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I tempi di Ursula

A chi si rivolge il monito di BYD? Ok, prima di tutto è una pubblicità per la Seal, e questo l'abbiamo capito, ma in questa frase posta così duramente c'è un avvertimento che non si può fraintendere: il Vecchio Continente è vecchio e lento anche nel decidere come salvarsi da anni di cieca inanità, assillati dai pensiero dei tappi di bottiglia e le dimensioni dei cetrioli, norma abolita solo nel 2009, quando il Governo cinese aveva già iniziato a coprire di soldi pubblici le industrie auto per batterie e BEV e l'economia della Repubblica Popolare cresceva "solo" del 9% l'anno . Ma anche in tempi molto più recenti la Commissione sta mostrando tutta la sua sicumera nella lentezza dell'agire. 5 marzo 2025 arriva il Piano Salva Auto Europa annunciato in gran pompa da Ursula von der Leyen con 1,8 miliardi di euro in aiuti al settore auto. Si tratta solo di una proposta che la Commissione presenterà al Parlamento europeo per una futura discussione e successiva votazione, salvo eccezioni delle parti. Probabilmente ci vorranno mesi, e nel frattempo BYD e altri marchi del Dragone non solo neutralizzano i dazi, ma largheggiano con gli sconti. Oggi John Elkann si è concesso ad un incontro con i parlamentari italiani senza nessuna nuova notizia. Male, ma lo ripetiamo, orami non è più un problema di Fiat che delocalizza o di Maserati che non vende. La tavola del Monopoli è grande come tutta l'Europa, se non di più. E noi non troviamo più nemmeno i dadi da lanciare.