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82 anni, un centinaio di film e due inconfondibili baffi. Burton Leon Reynolds era nato nel 1936, ma noi ragazzi degli anni Novanta non lo sapevamo, o meglio non lo volevamo sapere fino all’altro giorno, quando si viene a sapere, invece, che l’attore americano è deceduto. Vuole dire banalmente che siamo a ridosso degli anni Venti nel nuovo secolo, che tutti invecchiamo e lui, che non è forse stato una delle star più brillanti di Hollywood in assoluto, ma di certo ha avuto dei gran bei ruoli di successo, ha chiuso la sua corsa “terrena” e non solo quelle più pazze d’America (titolo italiano di film anni Ottanta, The Cannonball Run) o di Stroker Ace (ruolo da pilota Nascar che Reynolds ha interpretato).
Ha iniziato a fare l’attore negli anni Sessanta, Burt, dopo aver detto stop a una possibile carriera sportiva causa alcuni infortuni, tra cui uno proprio in auto. Quelle auto che non disdegnava certo in chiave nazionalista ma anche europea: vistose, come i suoi baffi neri, potenti come alcuni dei suoi personaggi, fatte non sempre nella sua patria a stelle e strisce però. Sebbene non abbia recitato, pur potendo, nei film con DNA britannico di 007 o altri che lo avrebbero messo al volante di auto europee, le stesse auto del vecchio continente Burton se le è poi prese, quando ha potuto, perché gli piacevano nella vita privata.
I titoli dei film che lo hanno visto primeggiare al botteghino e poi nelle case li conosciamo, come: Boogie Nights, Striptease, Un tranquillo weekend di paura o Quella sporca ultima meta, senza scordare Il Bandito e la Madama. Le sue auto invece? Beh, a Reynolds di certo piacevano americane come quelle usate nei suoi stessi film, prima tra tutte la “poco tamarra” Pontiac Firebird Trans-Am nera e oro. Proprio il successo di quella pellicola permise a Reylonds di riceverne in regalo più d’una, di Pontiac. Ma con i primi clamori e la disponibilità economica, Burt, che non era benestante e in famiglia da ragazzo aveva una modesta Buick usata, non si è fatto mancare auto import di livello, come Mercedes e persino una Rolls-Royce Silver Shadow appartenuta alla regina d’Inghilterra, del 1975.
La sua auto preferita però, pare non fosse il genere troppo lussuoso inglese o quello confortevole americano, come il van Dodge Sportsman (che allestito ambulanza usava nel film Cannoball) o altri posseduti in vita privata, bensì una vecchia Ford Thunderbird anni Cinquanta; tutto sommato, come dargli torto.
Tra i suoi ruoli meno noti ma sempre in tema Motorsport anche nel nuovo secolo, ricordiamo quello del vecchio team manager per il pilota Indycar Sylvester Stallone, in Driven.
OMF