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Buongiorno, benvenuto nella nostra concessionaria…
Quando Connor McLeod entrò dall’ingresso principale dell’autosalone, lo show room era vuoto e silenzioso. A parte i modelli esposti che brillavano sotto le luci posizionate ad arte per mettere in evidenza le linee, le carrozzerie e i colori dei veicoli, tra i mezzi esposti non circolava nessun cliente. I pochi venditori erano seduti alle loro scrivanie, sotto una cupola laterale dalla quale era possibile ammirare le stelle nel cielo nero.
McLeod si avvicinò alla vettura più vicina all’ingresso, una piccola utilitaria senza pretese il cui costo probabilmente era decisamente contenuto, eppure nessun venditore si alzò per venirgli incontro. Girò intorno al veicolo, aprì il portello del bagagliaio, ammirò il cruscotto attraverso il finestrino laterale, studiò a lungo il treppiede su cui un tablet appeso riportava le caratteristiche tecniche e il prezzo. Si allontanò dall’ingresso, dirigendosi verso un altro modello esposto, più grande e costoso e più vicino alle scrivanie dei venditori. Aprì il portello sinistro e, dopo aver infilato la testa nell’abitacolo, lo richiuse con violenza rivolgendo nel contempo lo sguardo verso i venditori. Il colpo che risuonò nel salone ne fece voltare un paio, uno fissò a lungo McLeod ma non fece cenno né di alzarsi né di rivolgersi al cliente.
“Probabilmente – pensò McLeod – non hanno bisogno del mio denaro…” Sospirando si incamminò verso le scrivanie, sbattendo i piedi sul pavimento lucido cercando di far alzare lo sguardo del commerciante più vicino verso di sé. Ad accorgersi di lui fu invece un altro venditore, più defilato, che si alzò, sistemo la giacca e la cravatta e gli venne incontro con una strana andatura dinoccolata. Quando fu a un paio di metri di distanza da McLeod alzò la mano destra in un vago cenno di saluto e gli rivolse la parola:
“Buongiorno, benvenuto nella nostra concessionaria. Sono Marvin, come posso esserle utile?”
La voce di Marvin era cantilenante (faceva egregiamente il paio con la sua andatura), lo sguardo era da persona depressa, ma il vestito era decisamente elegante, senza stazzonature e alla moda.
“Avrei bisogno – attaccò McLeod dopo essersi schiarito la voce – che mi illustrasse le modalità di acquisto di quel modello là” e così dicendo indicò la piccola utilitaria vicina all’ingresso.
Marvin ruotò la testa con uno strano e lento movimento che coinvolse anche le spalle, mise a fuoco la vettura e – come continuando il gesto – si incamminò verso di essa. Si era appena avviato che cominciò a parlare:
“Ottima scelta, signore. Si tratta di una Falcon, modello Millenium. Di dimensioni contenute, pratica per i piccoli spostamenti casa-lavoro, ha un motore di piccola cilindrata ma potente che le permetterà di divincolarsi nel caotico traffico delle ore di punta senza problemi. Il posto guida è molto confortevole…”
“Ottima scelta, signore. Si tratta di una Falcon, modello Millenium. Di dimensioni contenute, pratica per i piccoli spostamenti casa-lavoro, ha un motore di piccola cilindrata ma potente che le permetterà di divincolarsi nel caotico traffico delle ore di punta senza problemi. Il posto guida è molto confortevole…”
“Mi scusi, mi scusi! – lo interruppe McLeod – Mi sono spiegato male. Non ho bisogno delle caratteristiche tecniche, che conosco, ma avrei necessità mi parlasse dell’offerta commerciale”.
Marvin si volse verso di lui con il solito movimento ciondolante, raddrizzò la testa e lo guardò fisso negli occhi. Rimase un attimo immobile come se stesse raccogliendo le idee e ricominciò a parlare:
“Ottima scelta, signore. Per il modello Millenium della Falcon abbiamo un’offerta che non potrà fare a meno di considerare con molta attenzione. Semplicemente versando un minimo anticipo corrispondente a un mese del suo stipendio, potrà portarsi a casa la vettura che pagherà con comodo in 90 piccole rate automaticamente addebitate sul suo conto. Il prezzo base della Millenium è di…”
Nuovamente McLeod interruppe il venditore, questa volta con un cenno della mano, ma Marvin non parve accorgersene e proseguì imperterrito.
“…69 mila crediti solari per la versione…”
“Mi scusi…”
“…d’attacco, ma già completa di ogni accessorio…”
“Signor Marvin!”
“…dal cruise control adattativo tridimensionale al sensore posteriore di approssimazione…”
“La prego! Mi stia a sentire!” McLeod urlò e Marvin smise all’istante di parlare, rimanendo immobile a guardarlo senza alcun risentimento negli occhi.
“Mi scusi, ma non ho bisogno di alcun finanziamento, ho solo bisogno di sapere che prezzo può farmi per il pagamento alla consegna”.
Marvin raddrizzò la testa, si sistemò la cravatta con un gesto meccanico e riattaccò a parlare:
“Ottima scelta, signore. Per il modello Millenium della Falcon abbiamo previsto anche la possibilità di un pagamento alla consegna. Con soli 69 mila crediti solari per la versione d’attacco ma già completa di ogni accessorio, dal cruise control adattativo tridimensionale al sensore posteriore di approssimazione, dal parabrezza oscurante contro il flusso di particelle (protoni ed elettroni) provenienti dal Sole, al navigatore mentale con le mappe complete del sistema solare interno, dal…”
“Per il modello Millenium della Falcon abbiamo previsto anche la possibilità di un pagamento alla consegna. Con soli 69 mila crediti solari per la versione d’attacco ma già completa di ogni accessorio”
“La prego! Mi stia a sentire!”
McLeod lo interruppe nuovamente e questa volta Marvin si bloccò all’istante, restando immobile nella sua nuova posizione. McLeod si volse, verso l’altro veicolo che aveva visto appena entrato, si incamminò in quella direzione e voltandosi verso il venditore gli chiese:
“Ok, 69 mila crediti solari per la piccoletta, ma se avessi bisogno di questa più grande?”
Marvin non si mosse di un millimetro e non rispose. McLeod stava per aggiungere qualcosa quando si accorse che alle sue spalle si era alzato un secondo venditore che – esattamente come il primo – si sistemò la giacca e la cravatta e con un’identica andatura dondolante gli venne incontro. Quando fu a due passi da lui, alzò la mano destra in un vago cenno di saluto e iniziò a parlare:
“Buongiorno, benvenuto nella nostra concessionaria. Sono Marvin, come posso esserle utile?”
McLeod trasse un profondo sospiro e tutto d’un fiato chiese:
“Mi da per cortesia qualche informazione su questo modello?”
“Ottima scelta, signore. Si tratta di una Nostromo, di grandi dimensioni, molto pratica per il trasporto di persone ma anche di materiale, ha un motore molto potente che le permetterà di viaggiare negli spazi interplanetari con il massimo confort e…”
McLeod stava già sbarrando gli occhi, ma prima di riuscire a replicare qualcosa rimase semplicemente a guardare il nuovo arrivato con la bocca leggermente aperta, stupefatto. Prima che riuscisse a pensare che cosa ribadire, anche gli altri venditori si alzarono dalle loro scrivanie, si sistemarono con un identico cenno la cravatta e la giacca, ciondolarono verso di lui e giunti a pochi passi, alzarono la mano destra in un vago cenno di saluto e parlarono in coro:
“McLeod indietreggiò di un paio di passi e immediatamente il suono assordante di una sirena gli fece portare le mani alle orecchie. Robuste spranghe di pseudo-metallo sbarrarono gli ingressi e le finestre. Nel giro di pochi secondi tutti i venditori abbassarono le spalle e la testa, si chinarono in avanti e rimasero immobili”
“Buongiorno, benvenuto nella nostra concessionaria. Sono Marvin, come posso esserle utile?”
McLeod indietreggiò di un paio di passi e immediatamente il suono assordante di una sirena gli fece portare le mani alle orecchie. Robuste spranghe di pseudo-metallo sbarrarono gli ingressi e le finestre. Nel giro di pochi secondi tutti i venditori abbassarono le spalle e la testa, si chinarono in avanti e rimasero immobili. McLeod si guardò intorno, assordato dal suono penetrante della sirena, cercando una via di fuga ma prima che potesse trovarla la sirena si zittì a da una piccola porta ben mimetizzata in una parete uscì un uomo di bassa statura, vestito con una tuta da programmatore.
“Venga qui – disse rivolgendosi a McLeod – la faccio uscire dal salone da questo passaggio!”
“Ma che cosa è successo?”
“Si tratta del maledetto vento solare. Questi modelli Marvin sono ormai un po’ vecchiotti, e su un satellite con poche schermature come questo a volte vanno in tilt. E, quando capita, o si mettono a dormire (come adesso) oppure iniziano a raccontare un sacco di storie, mentendo spudoratamente in aperto contrasto con il primo articolo dell’etica cibernetica che prevede che i robot non possano mai mentire. È per questo motivo che li abbiamo trasformati in venditori. Sa com’è – e così dicendo l’ometto strizzò un occhio – chi vende vetture a volte ne racconta di balle…”
McLeod s’incamminò verso l’uscita indicata dal nuovo arrivato, gli sorrise e gli disse:
“Ha ragione. Guardi, sono tanti anni che acquisto auto e in effetti i venditori sono sempre stati un po’ imbonitori e un po’ impostori. Già ai tempi delle concessionarie sulla Terra ti facevano passare per vetture nuove certi trabiccoli con migliaia di chilometri sul groppone…”.
“Eh – replicò l’ometto – bei tempi quelli della Terra! Mi sarebbe piaciuto viverci… Vedo che lei li conosce, è per caso uno storico?”
McLeod continuò a sorridere scuotendo la testa con un cenno di negazione.
L’ometto gli porse la mano e proclamò:
“Salve, mi chiamo Douglas Adams ed è un piacere conoscerla”
“Il piacere è mio: mi chiamo Connor McLeod, della famiglia Highlander…”
M.