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Una cifra importante nella vita di un uomo, particolare se quell'uomo è costretto indigente a seguito di un grave incidente. Era il 29 dicembre 2013 Michael sciava sulle nevi di Maribel, in Francia. Era con la sua famiglia, i figli, la moglie. Una idea improvvisa, cambiare pista e passare a quella a fianco. Un sasso nascosto dalla neve, la caduta e la telecamerina sul casco, per immortalare i ricordi di quella vacanza, che provoca danni gravissimi al cervello. Poi il lungo calvario in ospedale, la terapia intensiva, la stabilizzazione e il ritorno a casa, in Svizzera, accudito dalla moglie Corinne, dai figli e da uno staff di fisioterapisti e medici che con lunghi esercizi quotidiani cercano di strapparlo da quel torpore seguito all'incidente.
Per celebrare Michael e i suoi 50 anni, i tifosi si daranno appuntamento a Maranello, presso la galleria Ferrari, e a Brisighella dove l'artista Filippo Di Mario, che con Schumacher ha diviso ogni momento in autodromo quando correva con la Ferrari, al punto da fare una raccolta denominata "Passione Rossa", ha raccolto 50 opere per ricordarlo. Una per ogni anno. Sarà visibile presso Palazzo Frontoli con inaugurazione ufficiale alle 15. Ricordare Schumacher, al di là dell'infortunio, vuol dire ricordare il pilota più vincente della F.1.
Che Michael Schumacher sia tale lo dicono i numeri, 7 titoli mondiali, 91 gran premi vinti, e lo dicono gli avversari, da Alonso "E' stato il più grande rivale incontrato in pista", al 5 volte campione del mondo Lewis Hamilton: "Lui è il più grande, una leggenda inarrivabile" per finire a Sebastian Vettel "vorrei vincere la metà di quello che ha vinto lui in F.1". Schumacher è stato importante per la F.1 per aver imposto un nuovo standard professionale. Era un uomo azienda, capace di fatturare centinaia di milioni di euro. Aveva una sua collezione privata, la Michael Schumacher Collection, con oggetti di memorabilia venduti in tutto il mondo. Celebre il suo cappellino, in un solo GP al Nurburgring, ne furono venduti 150 mila, quasi uno ogni spettatore presente. Ha spaziato in campi commerciali come nessun altro pilota prima di lui.
Quindi nessuna volontà attuale, ma una precisa via da seguire nel caso in cui ciò fosse avvenuto. Come purtroppo è accaduto. E non su una pista a 300 all'ora, bensì in un giorno di vacanza spensierata, sugli sci con la famiglia. Dopo 5 anni dalla caduta, le terapie riguardano essenzialmente l'attività motoria, coadiuvata da personale specializzato che nella sua casa in Svizzera lavorano sul tono muscolare. Il presidente della FIA, Jean Todt, ha rivelato di aver visto un GP insieme a Michael. Questo non vuol dire che Schumacher sia cosciente e partecipi alla vita quotidiana, ma è un segnale di speranza che fa presagire una lunga lotta, una battaglia, cui Michael non demorde.
Infatti le uniche indiscrezioni che trapelano sono sempre quelle di un combattente: "Schumy continua a lottare" dice la portavoce Sabine Kehm, la stessa che segue la carriera del figlio Mick impegnato in F.2 nella prossima stagione. Se l'affetto e l'amore della famiglia possono essere la medicina migliore, il ricordo dei tifosi è altrettanto forte. Perché di Michael Schumacher 7 volte campione del mondo, primo pilota uomo azienda promotore del suo marchio, quello che rimane nel cuore di tutti è la sua umanità, il suo essere padre, marito. Semplicemente uomo, bisognoso di cure e affetto. Quello che tanti gli tributeranno il 3 gennaio, giorno del suo 50 compleanno. Tanti auguri Michael.