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Qualcuno tra i più attenti lo avrà notato: tra le “stranezze” della Bugatti Bolide, mai nome fu più azzeccato per la Bugatti da oltre 500 km/h e 1.850 CV, vi è lo scoop sul tetto che a prima vista sembrerebbe liscio, ma che ha una superficie che riesce a trasformarsi a seconda della velocità.
Detta brevemente, la sua forma esterna cambia forma in funzione del flusso d'aria che vi scorre all'interno. Internamente è infatti rivestito di uno speciale tessuto elastico che gonfiandosi forma delle “gobbette” sulla superficie forata della presa che convoglia l'aria verso il motore.
Perché? Il principio è simile, ma in maniera rovesciata, a quello di una pallina da golf, la cui superficie è tempestata di fossette. Nel caso della pallina da golf, il flusso d'aria scorre su una superficie inferiore a quelle di una pallina liscia e queste cavità aiutano il flusso d'aria a staccarsi meglio dalla pallina. Come risultato, la velocità è doppia rispetto a quanto si otterrebbe con una palla dalla superficie regolare.
Lo scoop della Bolide funziona al contrario: i 60 avvallamenti alti 1 cm che si formano a partire dalla velocità di 120 km/h creano uno strato d'aria più turbolento che aderisce alla superficie della vettura più a lungo staccandosene più tardi, permettendo ai flussi di scorrere sulla pinna e raggiungere l'ala posteriore. Di conseguenza, le aree di distacco e ricircolo vengono ridotte e il valore di resistenza all'avanzamento diminuisce. Il disegno seguente è più eloquente di qualsiasi spiegazione.
Nella Bolide, questa trovata si traduce in una riduzione della resistenza all'avanzamento del 10% e del 17% della portanza (la forza che solleva l'auto).
Come sono arrivati a questa soluzione a Molsheim ? L'origine ha a che fare con i freni. Un giovane ingegnere, Nils Ballerstein, nel 2019 stava preparando la tesi del suo master mentre studiava il modo di far lavorare meglio pinze freno raffreddate a liquido. Intuì che una superficie irregolare dei canali, realizzata per l'appunto con dei piccoli avvallamenti, aiutava il liquido refrigerante a mescolarsi meglio migliorando di conseguenza la dissipazione del calore.
«Sono rimasto positivamente sorpreso quando ho visto i risultati con i modelli digitali e mi sono chiesto se non fosse possibile ottenere lo stesso effetto con il flusso d'aria», spiega Ballerstein. Un'evoluzione nata quasi per caso, che oggi è stata depositata come brevetto da Ballerstein, adottata per la prima volta al mondo da Bugatti e che apre nuove possibilità nel campo dell'areodinamica.