Buche a Roma: proteste e denunce

Buche a Roma: proteste e denunce
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Il “caso buche“ a Roma diventa un affare nazionale: utenti sul piede di guerra e risposte dal Campidoglio ancora non adeguate
10 marzo 2018

Qualcuno ha cercato di metterla sul ridere (o di buttarla in caciara, come si dice da queste parti…), suggerendo addirittura un tour della città in 80 buche, per moderni Phileas Fogg dal cuore forte e sospensioni d’acciaio.

Per la maggioranza dei romani, invece, quello delle buche stradali non è argomento da barzelletta, ma problema grande.

Un affaire che ha ormai valicato i confini dell’Urbe: per primi abbiamo scritto un paio di settimane fa (vedi qui), denunciando una situazione endemica resa più grave da pioggia e neve.

Si va piano in strada, con il surreale limite dei 30 km/h anche su arterie a scorrimento veloce; ma ancor più lento è stato il Campidoglio, che negli ultimi anni, passando da un’amministrazione all’altra, ha continuamente rinviato gli interventi di manutenzione straordinaria, il rifacimento completo del manto, ed ora il bubbone è esploso.

L'ironia (amara...) dei romani si è scatenata sui social: bersaglio delle critiche, l'amministrazione comunale
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Gli unici ad essere contenti di tale situazione sono i gommisti, di fronte ad un superlavoro inatteso per centinaia di pneumatici tranciati (per non parlare dei cerchi…): per tutti gli altri, pendolari, automobilisti ed utenti su due ruote, è un vero calvario.

Se, come crediamo, la qualità di un’Amministrazione si valuta dallo stato delle sue strade, non v’è dubbio che Roma non sia per nulla allineata allo standard delle altre Capitali europee, quanto piuttosto occupi il fondo della classifica, a livelli da terzo mondo.

E’ pensabile che Parigi, Londra o Berlino abbiano arterie viarie come quelle che percorriamo a Roma ogni giorno?

Senz’altro no: e le risposte finora arrivate da chi la governa sembrano poco adeguate a fronteggiare il problema.

Sulle strade c’è il panico, ed il traffico paralizzato evoca la paralisi della Capitale.

Immobile, impotente e rassegnata, come vittima di un inesorabile disfacimento.

Le centinaia di denunce piovute sul Campidoglio da parte di automobilisti vittime di incidenti, potrebbero però aver destato dal letargo la giunta Raggi: nel vertice tra Margherita Gatta, assessore ai lavori pubblici di Roma Capitale, ed i Municipi si è deciso di avviare subito l’esecuzione di lavori per 17 milioni di euro, per garantire la copertura di 50.000 buche in un mese, ad una media di oltre 1.500 al giorno.

Ci saranno interventi da parte dei Municipi (a cui competono le piccole strade) e del dipartimento manutenzione urbana del Comune (grande viabilità).

Ma questa appare una cura disperata per un paziente in fase terminale: per ritornare ad una condizione di normalità, secondo i costruttori romani servirebbe un piano straordinario dal valore monstre di 250 milioni l’anno per cinque anni.

Intanto, le previsioni meteo non sono propizie: dicono pioverà ancora.

E Roma si prepara a nuove buche, ferite aperte e non rimarginate, ennesima conferma di una decadenza che sta trasformando la rabbia dei cittadini un cupa rassegnazione.

De Vita: «Bassa qualità dei materiali»

Le buche di Roma si è parlato nella trasmissione radiofonica su Radio1 “Tra poco in edicola“, con il conduttore, Stefano Mensurati che ha chiesto un’opinione al nostro Enrico De Vita: «Quando si finisce in una buca o per loro causa si verifica un incidente, sono responsabili le amministrazioni: di solito sono assicurate, e Roma certamente lo è, ma non è detto che la copertura assicurativa sia sufficiente per coprire i danni provocati dalla manutenzione inadatta delle strade.

C’è da dire che l’appalto dei lavori pubblici di solito persegue la logica minor costo, ma questo determina che i lavori si facciano utilizzando materiali di bassa qualità.

Le buche di questi giorni sono dovute al mancato uso di asfalto non drenante o di bitumi modificati, che andrebbero stesi a caldo, con strati da 6 ad 8 cm, la cui durata è di circa quattro anni, che non si cristallizzano d’inverno e non si sciolgono con il caldo in estate.

Invece, ricorrendo a materiali scadenti, dopo un solo anno le buche si riformano. Certo, la differenza tra i due tipi di lavoro è del 100%, ma così si evita di dover intervenire a distanza di pochi mesi sullo stesso tratto stradale.

E’ davvero venuto il tempo di utilizzare davvero, come prevede la legge, il 50% degli importi delle sanzioni per la sicurezza e quindi per la corretta manutenzione delle strade, ma sono pochissimi i comuni che lo fanno.

Nei paesi nordici le strade sono perfette, qui da noi ormai anche in autostrada capita di trovare buche: è un segnale preoccupante, perché significa che i lavori sono stati fatti con logica di risparmio».

 

 

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