Brexit, le case automobilistiche si interrogano sul futuro

Brexit, le case automobilistiche si interrogano sul futuro
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Ad un mese dalla Brexit, i costruttori si interrogano circa le possibili conseguenze negative dell'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea
22 luglio 2016

A quasi un mese dall'esito del referendum per l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, le principali case automobilistiche si interrogano sulle possibili conseguenze della Brexit. Vede nero il CEO di Opel, Karl-Thomas Neumann, che spiega come all'interno della casa automobilistica tedesca si stiano affrontando «dei venti contrari, specie nel nostro mercato principale, la Gran Bretagna».

Nonostante i conti della divisione europea di General Motors siano tornati in positivo dopo cinque anni nel secondo trimestre del 2016, secondo Neumann la Brexit potrebbe complicare le cose nella seconda parte dell'anno. È dello stesso avviso anche il CFO della GM, Chuck Stevens, che non esclude un taglio dei costi europei. Calcoli alla mano, infatti, le maggiori uscite dovute alla Brexit potrebbero ammontare a 400 milioni di euro.

La pensa diversamente, invece, l'amministratore delegato di Daimler, Dieter Zetsche: stando a quanto dichiarato da Zetsche, la domanda dei prodotti della casa di Stoccarda non è stata condizionata in maniera significativa dalla Brexit. Zetsche - lo riporta Reuters - ha affermato di non credere che l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea porti ad un calo nelle vendite europee, almeno non nel 2016.

Resta da capire, poi, quale sarà la linea di condotta del nuovo premier del Regno Unito, Theresa May. All'indomani del voto, i costruttori avevano chiesto l'introduzione di una zona a libero scambio per evitare di incappare nei dazi doganali. 

 

 

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