Brexit, l'allarme dell'industria automobilistica: senza accordo un buco da 110 miliardi di euro

Brexit, l'allarme dell'industria automobilistica: senza accordo un buco da 110 miliardi di euro
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Intanto Londra si avvicina a Tokyo: siglato il primo accordo di libero scambio post-Brexit
15 settembre 2020

Se l'Unione Europea non trova l'accordo con il Regno Unito, l'industria dell'automobile potrebbe patire un buco da 110 miliardi di euro nei prossimi cinque anni.

E' l'allarme lanciato dall'Acea, l'associazione europea dei costruttori, mentre si avvicina la scadenza del 31 dicembre, che sancirà il “deal” o il “no deal”. I lavori sulle nuove regole commerciali tra Londra e Bruxelles pare che procedano a rilento, l'industria allora esprime preoccupazione.

I costruttori di 23 paesi del blocco comunitario spiegano: «Senza un accordo in vigore entro il 31 dicembre, entrambe le parti sarebbero costrette a commerciare in base alle cosiddette regole non preferenziali della WTO, l'Organizzazione Mondiale del Commercio, tra cui una tariffa del 10% sulle auto e fino al 22% su furgoni e camion. Tali tariffe - di gran lunga superiori ai margini ridotti della maggior parte dei produttori - dovrebbero quasi certamente essere trasferite ai consumatori, rendendo i veicoli più costosi, riducendo la scelta e influendo sulla domanda. Inoltre, i fornitori automobilistici e i loro prodotti saranno colpiti dalle tariffe. Ciò renderà la produzione più costosa o porterà a maggiori importazioni di parti da altri paesi concorrenti».

Intanto il Regno Unito ha firmato il suo primo accordo bilaterale post-Brexit: si tratta di una intesa di libero scambio con il Giappone che elimina le tariffe doganali sul 99% delle merci scambiate tra i due paesi. La stima è che il valore dell'import-export tra le parti incrementi di 15,2 miliardi di sterline.

Il Ministero del Commercio ha citato Nissan e Hitachi come realtà con cui rafforzare la cooperazione, attraverso tariffe ridotte sui componenti importati dal Giappone, procedure semplificate e leggi più chiare.

Tiepida la risposta dei costruttori britannici riuniti nell'SMMT: «Mentre attendiamo i termini completi dell'accordo e, in particolare, la prova che soddisferà pienamente le richieste del settore per il progressivo sollevamento delle tariffe e la riduzione delle barriere normative, la conclusione di un tale accordo di libero scambio rappresenta una pietra miliare significativa per le nostre industrie. Ci auguriamo che l'accordo possa essere ratificato rapidamente ma, affinché entrambe le parti possano beneficiare appieno, dobbiamo ancora completare con urgenza un accordo Regno Unito-UE ambizioso e senza dazi - e il tempo sta rapidamente scadendo».

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