Bosch: un certificato per la batteria delle elettriche, così decolla l'usato BEV

Bosch: un certificato per la batteria delle elettriche, così decolla l'usato BEV
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Dal gigante Bosch arriva una nuova procedura per avere una garanzia inoppugnabile: la certificazione dello stato di salute di una batteria per elettriche e ibride plug-in, a vantaggio dell'acquisto e della vendita di usati sicuri
2 settembre 2024

Le auto elettriche cominciano ad avere un mercato di un certo rilievo anche fra i modelli di seconda mano. Secondo i dati di ricerca, nel solo mese di agosto erano quasi 8.000 gli esemplari di auto a batteria disponibili sul mercato dell’usato, e a quanto sembra il turnover è molto rapido, visto i prezzi del nuovo che sono sempre nettamente superiori ai
corrispondenti modelli con motore termico. E in attesa che gli incentivi statali vengano rifinanziati (o riformulati, come chiesto da più parti) l’idea di rivolgersi al listino delle auto usate non è affatto da scartare, anzi. Nissan Leaf, Renault Zoe, le prime serie di Tesla Model S e Model X sono tra i modelli più “ageè” visto che i primi esemplari possono risalire a una decina d’anni fa, ma - come tutti sanno - la meccanica e la trasmissione delle auto a batteria è molto diversa da quella delle auto a combustione: qui, più che ai cilindri e alle valvole, si deve prestare attenzione ad un singolo elemento, il più importante, quello che in fondo è il suo “vero” motore: la batteria e il suo stato di salute. Tutto il resto, salvo le normali usure, è di durata quasi infinita.

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Cosa c’è dentro una batteria

Purtroppo con le BEV (Battery Electric Vehicle) non si può fare la classica prova di compressione dei cilindri o dare un’occhiata ai gas di scarico per decidere lo stato di salute del motore, e la cifra del contachilometri non dice tutto. Per conoscere lo stato di salute di una batteria, la sua reale capacità, bisogna guardarci dentro, ma è uno sguardo digitale,
fatto di correnti, tensioni, temperature. La Bosch che è da sempre coinvolta nella componentistica e nei sistemi diagnostici (delle BEV, ma anche di tutte le altre), si è posta il problema e ha anche la soluzione: il certificato digitale dello stato di salute del pacco batterie, il Bosch Usage Certificate, un processo collegato in rete (cloud based) che con tre semplici operazioni permette a chiunque di ottenere un parametro obiettivo e confrontabile ad altri modelli dello stato di salute della batteria, inteso come indicazioni univoche dell’auto (marca, modello, anno di produzione), VIN (numero di telaio), capacità nominale ed effettiva in Ah (ampere/ora) e energia immagazzinabile nominale ed effettiva (in kWh). È il “Certificate to Go” Bosch, da cui emerge lo SoH (State of Health, lo stato di salute) della batteria espresso in percentuale. Nell’esempio qui sotto, il certificato di un'auto del 2022 che ha ancora il 98,1% di stato di salute.

Come si ottiene il certificato

La procedura per ottenere questa certificazione richiede pochissimo sforzo e si può effettuare presso i Centri di Assistenza Bosch in tutta Italia o attraverso partner sul territorio nazionale: l’addetto collegherà un dongle OBD alla vostra vettura e leggerà il flusso dei dati durante una ricarica lenta. Al termine del test, una volta che il risultato è stato analizzato e validato in rete, si entra in possesso di un certificato digitale antifalsificazione che riporterà tutte le informazioni utili. Ma utili a chi?

Una batteria, una garanzia

La maggior parte delle auto elettriche comprende una garanzia di otto anni sulla batteria (con chilometraggi variabili, di solito 160.000 km), ma questa copertura riguarda i guasti, non la normale riduzione di capacità dell’accumulatore, che dipende da molti fattori oltre che dai chilometri: per esempio il numero delle ricariche rapide fatte, la temperatura media di esercizio, persino lo stile di guida del conducente. E, a parità di modello e di anno di fabbricazione, può variare di parecchio. Quindi il “Certificate to Go” Bosch, se ci pensate, è una doppia garanzia, per chi compra ma anche per chi vende. Chi compra vuole essere sicuro dell’acquisto e di come spende i soldi. Con un “Battery Certificate” Bosch inoppugnabile potrà trattare meglio sul prezzo con cognizione di causa e, magari, pattuire un accordo più vantaggioso.

Ma la seconda garanzia è per chi vende: poter conoscere e verificare questi dettagli e offrire al cliente un report di qualità certificata per quel che riguarda la batteria attraverso l’analisi fatta da Bosch vuol dire avere in mano uno strumento straordinario dal punto di vista commerciale, una vera e propria stretta di mano sincera e affidabile che salda la fiducia fra
chi compra e chi vende. Il “Certificate to Go” Bosch naturalmente è anche uno strumento di diagnosi rapido per lo stato di salute della batteria in occasione dei tagliandi o negli interventi di manutenzione, per scoprire in anticipo l’insorgere di problemi negli accumulatori. I parametri fondamentali su cui si basa la certificazione sono questi:


Capacità effettiva

Capacità residua della batteria in ampere ora quando è completamente carica. La capacità effettiva diminuisce nel corso della vita della batteria a causa dell'invecchiamento.

Energia effettiva
Energia residua della batteria in kilowattora quando è completamente carica. L'energia effettiva diminuisce nel corso della vita della batteria a causa dell'invecchiamento.


Stato di salute basato sulla capacità
Indica la capacità residua della batteria rispetto alla sua capacità all'inizio della vita. Un valore più alto indica generalmente un'autonomia maggiore.

Capacità nominale
La quantità di energia in ampere ora che può essere prelevata dalla batteria a una corrente costante, partendo da uno stato di carica completo in condizioni nuove.

Energia nominale
La quantità di energia in kilowattora che può essere prelevata dalla batteria a una corrente costante, partendo da uno stato di carica completo in condizioni nuove.

L’analisi dei dati acquisti nelle certificazioni “Certificate to Go” Bosch è utile anche per determinare quella che potrà essere la seconda (o in certi la terza) vita di una batteria. I pacchi accumulatori delle auto, infatti, anche quando il loro stato di salute scende sotto una certa percentuale che non li rende più adatti all’uso automobilistico, possono trovare impiego
in applicazioni statiche per accumulo locale dove la capacità residua non rappresenta un handicap, contribuendo così ad un uso responsabile delle materie prime utilizzate per la fabbricazione e ad un abbattimento della CO2 prodotta nell’intero ciclo di vita. 

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