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In una intervista con il principale quotidiano di Stoccarda, il capo della divisione mobilità della Bosch Europe Markus Heyn mette in guardia i principali carmaker da un pericolo che la recente crisi del gas russo sta portando alla luce. "Stiamo vedendo le conseguenze dell'aumento dei prezzi del gas, e il problema è che non abbiamo messo a punto delle strategie alternative a questo vettore energetico". Secondo Heyn, la stessa cosa sta succedendo per le auto con le batterie: cosa succederebbe se queste venissero a mancare o non ce ne fossero abbastanza? "Anche in questo caso - dice - tutti cercherebbero delle nuove strategie per immagazzinare l'energia, ma questo si potrà fare solo se lo programmiamo per tempo".
Le alternative al momento sono solo le fuel cell (quindi l'idrogeno), per le quali occorre fare investimenti maggiori, e in questo senso la multinazionale tedesca ha appena investito altri 200 milioni di dollari nella filiale di Anderson (South Carolina, USA) per espandere la ricerca sulle celle a combustibile.
Nel senso di questa affermazione, che lancia un grande segnale d'allarme, anche le posizioni di Akio Toyoda, che ha detto di "volersi lasciare aperte tutte le possibilità" sembrano lungimiranti. La Toyota continua la sua ricerca sull'auto a idrogeno pur avendo lanciato numerosi modelli a batterie.
Il prezzo del litio, indispensabile per realizzare le batterie, è triplicato nel corso dell'ultimo anno secondo i dati di Bloomberg.